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Marika Cassimatis porterà Beppe Grillo in tribunale
Alessandro D'Amato 28/03/2017
In una conferenza stampa l’ex candidata sindaca di Genova annuncia che si rivolgerà ai giudici per chiedere di essere riammessa nella corsa per il primo cittadino. E denuncia le minacce ai sostenitori della sua lista
Marika Cassimatis annuncia in una conferenza stampa che porterà in giudizio presso il tribunale civile di Genova Beppe Grillo. La Cassimatis si rivolgerà al tribunale per chiedere di essere riammessa come candidata sindaco dei 5 Stelle a Genova e interpellerà una procedura d’urgenza per chiedere al giudice di sospendere il provvedimento nei suoi confronti.
Marika Cassimatis e la causa civile a Beppe Grillo
La Cassimatis legge poi il post di Beppe Grillo per il quale ha promosso querela per diffamazione nei confronti dell’autore del post, Beppe Grillo, «a tutela della mia persona e dei compagni che hanno intrapreso con me quest’avventura. Ho querelato anche Alessandro Di Battista che ci ha definito squali. Ci siamo sentiti profondamente offesi da accuse che non stanno né in cielo né in terra. Non mi è stato concesso il diritto di difesa». E ancora: «Noi non conosciamo i nomi di tutti i componenti della nostra lista, Pirondini però ha chiesto che venissero resi pubblici. Perché?». L’ex candidata chiede i documenti che hanno portato alla decisione nei suoi confronti, chiede anche che in assenza di riscontri oggettivi e rilevanti nei confronti suoi o dei componenti della sua lista, pubbliche scuse per l’accaduto e reintegro della lista risultata vincitrice alle primarie del MoVimento 5 Stelle. Altrimenti, sostiene, si rivolgerà al tribunale.
«In ultimo noi stiamo facendo tutti i passi utili per un ricorso al tribunale civile per far rientrare la decisione: abbiamo aperto un conto Postepay per far fronte alle spese legali. Siamo semplici cittadini e abbiamo bisogno di aiuto», dice poi la Cassimatis. Che fa sapere che Giovanni Frasca, uno dei sostenitori della Cassimatis, ha sporto denuncia alla procura di Genova per una serie di minacce che gli sono pervenute il giorno della decisione di Beppe: “Una persona di Varese mi ha detto che se mi avesse trovato per strada mi avrebbe preso a pugni con un tirapugni”.
Le minacce a Giovanni Frasca
Poi la parola torna a Cassimatis: «Il problema sono alcune interpretazioni che vengono date alle regole del M5S. Per questo ci interessa estendere la nostra rivalsa a tutto il MoVimento. A Genova è stato disconosciuto il voto del blog, nonostante Casaleggio dicesse che la rete è sovrana. Vogliamo capire perché. Noi aspettiamo. Vogliamo le scuse e il reintegro della nostra lista».
Intanto Alice Salvatore boccia l’iniziativa giudiziaria di Cassimatis: “Un ricorso al Tar inopportuno, Beppe Grillo ha da sempre avuto un ruolo di garanzia per il M5S perché prevenire è meglio che curare, non so e non ho chiesto a Beppe Grillo perché ha tolto il simbolo a Marika Cassimatis, non mi compete e mi fido del garante”, ha detto all’ANSA la consigliera regionale M5S. Salvatore è la plenipotenziaria di Grillo in Liguria e lo sconfitto da Cassimatis alle Comunarie, Luca Pirondini, poi promosso con nuove consultazione, è considerato vicino a Salvatore “Il nostro movimento ha strumenti di garanzia per le scelte importanti – dice Salvatore – Beppe Grillo ha sempre avuto l’ultima parole sul concedere o meno l’utilizzo del simbolo dell’M5S, non è cambiato nulla, l’azione fatta a Genova dal nostro garante al costo di suscitare scalpore è un’azione di coraggio e senso di responsabilità”. “Come fa il M5S a candidare a sindaco delle persone se chi ne deve valutare l’idoneità non si fida di loro? Non so perché Beppe Grillo ha scelto di mandare ‘fuori’ Marika Cassimatis dopo la vittoria online, probabilmente sono subentrati dei dati che lo hanno portato a dubitare. Le carte le stanno chiedendo i giornalisti a Beppe Grillo, continuate a chiederle, vediamo se il garante reputa necessario fornirle ai media”, conclude Salvatore.