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L'atto di citazione di Marika Cassimatis contro Grillo

Alessandro D'Amato 29/03/2017

Il capo del M5S ha violato lo statuto che lui stesso ha fatto votare ai grillini per cacciare senza motivo la candidata che aveva vinto le Comunarie a Genova. E non poteva escluderla se non in presenza di gravi motivi e di prove. Che però ha deciso di non presentare pubblicamente. Adesso dovrà farlo in tribunale. Oppure la sua decisione sarà annullata. Gettando il MoVimento nel caos a Genova

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Marika Cassimatis insieme ad altri dieci attivisti del MoVimento 5 Stelle ed aspiranti consiglieri, componenti della lista che ha vinto le comunarie di Genova, ha deciso (ex articolo 23 C.C.), assistita dagli avvocati Alessandro Gazzolo e Lorenzo Borré, di chiedere al tribunale civile di Genova l’annullamento della decisione con cui Beppe Grillo l’ha esclusa dalla corsa. NeXt è in grado di raccontarvi quali argomenti la candidata porterà in tribunale. In attesa della decisione del giudice.

L’atto di citazione di Marika Cassimatis contro Beppe Grillo

I motivi sono sostanzialmente tre. Il primo è la violazione dell’articolo 2 del regolamento del M5S: nel post che ha annunciato la decisione Grillo ha ricordato che “era stabilito che il Garante del MoVimento 5 Stelle si riserva di escludere dalla candidatura, in ogni momento e fino alla presentazione della lista presso gli Uffici del Comune di Genova, soggetti che non siano ritenuti in grado di rappresentare i valori del MoVimento 5 Stelle”. Ma, si spiega nell’atto, la figura di garante del M5S non è presente nel regolamento del MoVimento 5 Stelle: gli organi sociali stabiliti sono esclusivamente l’Assemblea, il Capo Politico, il Collegio dei Probiviri e il Comitato d’appello. Non solo: nello stesso articolo 2 c’è scritto che le decisioni prese dall’assemblea – tra le quali c’è la scelta dei candidati da presentare alle elezioni sotto il simbolo del M5S – “sono vincolanti per il capo politico del MoVimento 5 Stelle”.
citazione cassimatis
Insomma, Grillo, che non è il garante del M5S semplicemente perché quella figura non esiste, doveva sottostare alla scelta del voto per Statuto e, tecnicamente, è lui che lo sta violando. Per quanto riguarda la clausola che Grillo ha citato nel post per giustificare la cacciata della Cassimatis, nell’atto si afferma che va letta interamente:

“ il Garante del MoVimento 5 Stelle si riserva di escludere dalla candidatura, in ogni momento e fino alla presentazione della lista presso gli Uffici del Comune di Genova, soggetti che non siano ritenuti in grado di rappresentare i valori del MoVimento 5 Stelle. In ragione di ciò si comunica che ai fini della partecipazione alle comunarie è requisito necessario e fondamentale, pena l’esclusione, non essere sottoposti a procedimenti penali, ad indagini preliminari e non aver riportato nessuna

[sic]condanna in qualunque grado di giudizio”.

Per come è scritta l’intervento del garante potrebbe essere valido in caso di “scoperta”, a carico dei candidati, di procedimenti penali, indagini o condanne. Ma niente di tutto ciò è venuto fuori a carico dei candidati.

Perché la Cassimatis cita in giudizio Beppe Grillo

Il secondo motivo di nullità è il processo staliniano che ha subito la Cassimatis. Che è stata accusata di aver tenuto comportamenti che hanno “danneggiato l’immagine del MoVimento 5 Stelle, dileggiando, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dal MoVimento 5 Stelle”. Ma questi fantomatici comportamenti non sono stati mai elencati o spiegati da Grillo, che ha solo detto agli iscritti “fidatevi di me” senza fornire prove. E quindi ha preso una decisione “in violazione dei principi di difesa e contraddittorio stabiliti dagli artt. 24 e 111 Cost.”, visto che non ha permesso alla Cassimatis e agli altri di replicare alle accuse e di difendersi.

marika cassimatis non sono un fantasma

La conferenza stampa di Marika Cassimatis


 
Il terzo motivo è quello più curioso: la decisione di inibire la corsa della Cassimatis con il simbolo del M5S a Genova e quella di chiedere agli iscritti se far correre al suo posto lo sconfitto Luca Pirondini è stata presa in violazione del regolamento e dello statuto del M5S. L’articolo 3 del regolamento infatti prevede che per la scelta dei candidati si voti con un preavviso di 24 ore mentre Beppe ha indetto subito la votazione per incoronare il candidato “favorito” dalla scelta di escludere la Cassimatis. Poi: potevano votare solo gli iscritti di Genova perché lo stesso regolamento M5S – citato dagli eletti nei giorni successivi per “spiegare” la decisione di far votare tutti – prevede che “l’unica ipotesi in cui gli iscritti nazionali possono votare su questioni di ambito locale riservate agli iscritti residenti in detto determinato distretto locale, riguarda l’ipotesi in cui il Capo Politico o un quinto degli iscritti chieda di sottoporre a convalida le decisioni adottate in votazioni limitate agli iscritti di singoli ambiti territoriali”. Poteva quindi convalidare il voto di Cassimatis (ovvero chiedere all’assemblea di invalidarlo), non farne fare un altro.
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Per questi motivi la Cassimatis e gli altri chiedono una procedura d’urgenza per chiedere al giudice di sospendere il provvedimento nei suoi confronti. Se il tribunale le darà ragione lei tornerà ad essere la candidata dei 5 Stelle a Genova, oppure Grillo deciderà di far votare il ritiro della lista come prevede lo Statuto che lo stesso Grillo ha fatto votare agli iscritti. Gettando il MoVimento nel caos. A Genova e nel resto d’Italia.

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