Maria Ponomarenko, la giornalista russa arrestata per aver raccontato i bombardamenti a Mariupol

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-04-28

La giornalista della testata russa indipendente “Rosnews” Maria Ponomarenko rischia fino a 10 anni di carcere per aver raccontato attraverso il suo canale Telegram il bombardamento russo sul teatro di Mariupol

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Gli effetti della censura di Putin sull’informazione in Russia si sono abbattuti anche su Maria Ponomarenko, la giornalista di Rosnews – un network indipendente – che aveva raccontato sul suo canale Telegram il bombardamento delle truppe di Mosca sul teatro di Mariupol, nel quale avevano cercato rifugio centinaia di civili, perlopiù donne e bambini. Una corte di San Pietroburgo si occuperà del suo caso, sollevato lo scorso 24 aprile: intanto verrà tenuta in custodia cautelare fino al 22 giugno e rischia fino a 10 anni di carcere per la diffusione di quelle che il Cremlino chiama “fake news”.

Maria Ponomarenko, la giornalista russa arrestata per aver raccontato i bombardamenti a Mariupol

L’accusa è ai sensi dell’articolo 207.3.2.e del codice penale, che vieta la diffusione di informazioni false sulla base di “odio politico, ideologico, razziale, nazionale o religioso”. Oltre ad aver raccontato i massacri dell’esercito russo in Ucraina, Ponomarenko aveva provato a raccontare le proteste della popolazione russa contro la guerra a Novosibirsk e San Pietroburgo. La stessa sorte è toccata anche ad altri che come lei hanno provato a sfidare la legge bavaglio voluta da Putin: come sottolinea il giornale indipendente Novaya Gazeta, costretto a interrompere le pubblicazioni nel Paese per lo stesso motivo, prima di lei era stato arrestato l’attivista politico Vladimir Kara-Murza per diffusione di “false informazioni”, così come l’artista Sasha Skochilenko, che aveva sfruttato i cartellini dei prezzi dei prodotti al supermercato per inserire informazioni sui crimi di guerra in Ucraina.

Il Cremlino punta l’ex editore del sito indipendente Meduza

Il prossimo obiettivo nel mirino del Cremlino è Ilya Krasilshchik, ex editore del sito indipendente Meduza: l’uomo vive all’estero e ha fatto sapere di essere venuto a conoscenza delle incriminazioni (le stesse di Ponomarenko) dai social media. Ha specificato di non aver pianificato di tornare presto in Russia. Il Comitato di protezione per i giornalisti (Cpj), ente senza scopo di lucro con sede a New York, ha condannato la condotta delle autorità di Mosca: “Le nuove leggi russe che criminalizzano le cosiddette informazioni ‘false’ sulla guerra in Ucraina – spiega la coordinatrice del programma Europa e Asia Centrale Gulnoza Said – hanno un solo scopo: censurare e criminalizzare un’accurata copertura del conflitto. Le autorità devono rilasciare immediatamente la giornalista Maria Ponomarenko e ritirare tutte le accuse contro di lei e Ilya Krasilshchik. I membri della stampa russa dovrebbero poter seguire liberamente la guerra”.

 

(immagine di copertina: screenshot video Sota)

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