Maria Ponomarenko, la giornalista russa arrestata per aver raccontato i bombardamenti a Mariupol

Gli effetti della censura di Putin sull’informazione in Russia si sono abbattuti anche su Maria Ponomarenko, la giornalista di Rosnews – un network indipendente – che aveva raccontato sul suo canale Telegram il bombardamento delle truppe di Mosca sul teatro di Mariupol, nel quale avevano cercato rifugio centinaia di civili, perlopiù donne e bambini. Una corte di San Pietroburgo si occuperà del suo caso, sollevato lo scorso 24 aprile: intanto verrà tenuta in custodia cautelare fino al 22 giugno e rischia fino a 10 anni di carcere per la diffusione di quelle che il Cremlino chiama “fake news”.
🧵 Russian journalist Maria Ponomarenko of St. Petersburg has been arrested and arraigned for “deliberately disseminating false information about Russian military.” Here she’s handcuffed to a “traffic cop” for some reason. HERO. pic.twitter.com/CUXu1LcYec
— Igor Sushko (@igorsushko) April 25, 2022
Maria Ponomarenko, la giornalista russa arrestata per aver raccontato i bombardamenti a Mariupol
L’accusa è ai sensi dell’articolo 207.3.2.e del codice penale, che vieta la diffusione di informazioni false sulla base di “odio politico, ideologico, razziale, nazionale o religioso”. Oltre ad aver raccontato i massacri dell’esercito russo in Ucraina, Ponomarenko aveva provato a raccontare le proteste della popolazione russa contro la guerra a Novosibirsk e San Pietroburgo. La stessa sorte è toccata anche ad altri che come lei hanno provato a sfidare la legge bavaglio voluta da Putin: come sottolinea il giornale indipendente Novaya Gazeta, costretto a interrompere le pubblicazioni nel Paese per lo stesso motivo, prima di lei era stato arrestato l’attivista politico Vladimir Kara-Murza per diffusione di “false informazioni”, così come l’artista Sasha Skochilenko, che aveva sfruttato i cartellini dei prezzi dei prodotti al supermercato per inserire informazioni sui crimi di guerra in Ucraina.
Maria Ponomarenko being taken away after being sentenced earlier today #Russia https://t.co/xkg7MpaQHx pic.twitter.com/mZIR584vkK
— Janek Lasocki (@JanekLasocki) April 27, 2022
Il Cremlino punta l’ex editore del sito indipendente Meduza
Il prossimo obiettivo nel mirino del Cremlino è Ilya Krasilshchik, ex editore del sito indipendente Meduza: l’uomo vive all’estero e ha fatto sapere di essere venuto a conoscenza delle incriminazioni (le stesse di Ponomarenko) dai social media. Ha specificato di non aver pianificato di tornare presto in Russia. Il Comitato di protezione per i giornalisti (Cpj), ente senza scopo di lucro con sede a New York, ha condannato la condotta delle autorità di Mosca: “Le nuove leggi russe che criminalizzano le cosiddette informazioni ‘false’ sulla guerra in Ucraina – spiega la coordinatrice del programma Europa e Asia Centrale Gulnoza Said – hanno un solo scopo: censurare e criminalizzare un’accurata copertura del conflitto. Le autorità devono rilasciare immediatamente la giornalista Maria Ponomarenko e ritirare tutte le accuse contro di lei e Ilya Krasilshchik. I membri della stampa russa dovrebbero poter seguire liberamente la guerra”.
(immagine di copertina: screenshot video Sota)