Maria Giachi: la prof indagata per aver sputato a un poliziotto a Padova
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-04-02
Denunciata a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale. Il Provveditore agli studi ha aperto un’inchiesta interna
Maria Giachi, professoressa dell’’Istituto Alberti di Abano Terme, dove insegna matematica agli studenti delle superiori, ex nazionale giovanile di nuoto, risulta indagata a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale. Venerdì sera a Padova ha partecipato accanto agli attivisti del centro sociale Pedro alla manifestazione organizzata per opporsi al corteo di Forza Nuova contro l’aborto: è accusata di aver scalciato e sputato verso le forze dell’ordine dopo aver tentato di sfondare il cordone creato dai poliziotti accanto al caffè Pedrocchi.
#Padova: dopo la carica della polizia il corteo antifascista è bloccato. Due ragazze sono state arrestate. pic.twitter.com/lSKg5uHwsg
— Beatrice Brignone (@beabri) 29 marzo 2019
Il Gazzettino racconta oggi che il Provveditore provinciale agli studi ha aperto un’inchiesta interna. L’insegnante rifiuta con forza ogni riferimento ad una sua “doppia vita” divisa tra cattedra e tafferugli, ma ieri mattina ha dovuto dare spiegazioni alla dirigenza scolastica di quanto accaduto venerdì sera in centro a Padova.
FATE GIRARE!
Ieri sera a Padova
Carica a MANGANELLATE contro MANI ALZATE
– rendiamoci davvero conto di cosa sta succedendo se non ci UNIAMO SU CIÒ CHE UNISCE#noWCFVerona #facciamorete pic.twitter.com/nC5LzcBNS5— Miriam (@miritwit23) 30 marzo 2019
Femminista aderente a “Non una di meno”, Maria Giachi partecipa alle iniziative della “Marzolo Occupata”: si tratta dell’ex Gramigna, centro popolare smantellato nel 2007 dopo una serie di arresti legati ad un’inchiesta della Procura di Milano sulle Nuove Brigate Rosse. La veronese era già stata indagata dopo un blitz messo a segno per liberare dall’occupazione uno stabile Ater alle porte del centro,accusata assieme ad altre dieci persone di associazione a delinquere, occupazione abusiva, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. A febbraio 2016 era finita ai domiciliari, tornando in libertà dopo poche settimane.
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