Travaglio querela Riotta per aver detto che Colombo è stato “buttato fuori” dal Fatto Quotidiano

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-06-09

Il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio ha annunciato querela contro Gianni Riotta, che a DiMartedì aveva insinuato che Furio Colombo fosse stato “buttato fuori” perché dissidente di Orsini

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Finisce con una querela la vicenda che ha visto l’allontanamento di Furio Colombo dal Fatto Quotidiano – giornale che ha contribuito a fondare – per le posizioni critiche espresse verso l’apertura ad accogliere le opinioni di Alessandro Orsini e Massimo Fini. In una lettera pubblicata sul giornale dal direttore Marco Travaglio, in risposta all’opinione di un lettore che si chiedeva come mai Colombo fosse stato “buttato fuori” come sostenuto da Gianni Riotta a DiMartedì, ha replicato: “I nostri lettori sanno bene come sono andate le cose perché abbiamo reso pubblica l’intera polemica innescata da Colombo: lui mi ha chiesto di cacciare Orsini e, siccome io non caccio nessuno, se n’è andato a Repubblica con Riotta & C”. “Non ho mai cazziato giornalisti dissidenti – ha aggiunto in risposta a un’altra accusa mossa da Riotta – e la redazione non ha mai espresso solidarietà all’aut-aut che mi aveva posto Colombo. Riotta è un volgare mentitore che risponderà in tribunale delle sue falsità”.

Travaglio querela Riotta per aver detto che Colombo è stato “buttato fuori” dal Fatto Quotidiano

La polemica risale alla scorsa metà di maggio, quando Colombo scrisse un articolo sul Fatto Quotidiano nel quale diceva delle tesi di Orsini: “Falsificano fino ai dettagli la storia di questo Paese e del contesto politico e umano di cui siamo parte”. “Ma non sono affatto maggioranza – specificava – anche se Orsini tenta tenacemente di apparire perseguitato. Con lui non siamo mai al dubbio o al suggerimento, ma alla affermazione o negazione assoluta priva di alternative”. “Come fai a scrivergli accanto? Chi dei due è il falsario?”, si chiedeva Colombo, che sosteneva di non voler “essere complice” di chi ha dichiarato frasi come: “Bisogna avere il coraggio di ammettere che Putin ha già vinto”, “Hitler non aveva alcuna intenzione di far scoppiare la Guerra mondiale”. In quell’occasione ci furono attacchi anche per Massimo Fini e il suo articolo revisionista sulla condotta dell’esercito tedesco in Italia. “Scrivere accanto a un professore che la pensa diversamente non è complicità, è pluralismo”, fu la risposta di Travaglio in un articolo di fondo pubblicato sulla pagina accanto.

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