Marcello De Vito e il senso del M5S per la rettifica

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-02-02

Ieri è uscita un’intervista a Marcello De Vito sul Messaggero a firma di Simone Canettieri in cui si parlava del famigerato dossier contro di lui confezionato dagli altri tre consiglieri del M5S e poi risoltosi in una bolla di sapone. L’intervista ha un titolo molto forte: “De Vito: senza quel dossier il candidato sarei stato …

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Ieri è uscita un’intervista a Marcello De Vito sul Messaggero a firma di Simone Canettieri in cui si parlava del famigerato dossier contro di lui confezionato dagli altri tre consiglieri del M5S e poi risoltosi in una bolla di sapone. L’intervista ha un titolo molto forte: “De Vito: senza quel dossier il candidato sarei stato io” e nello sfogo del presidente dell’Assemblea per l’inchiesta sui tentativi di delegittimarlo si legge anche che “Una calunnia inquinò il voto online (per le Comunarie vinte poi da Virginia Raggi). Ho taciuto per il bene del movimento”. Ieri De Vito sulla sua pagina Facebook ha smentito l’affermazione contenuta nel titolo e formulato “istanza di rettifica dei virgolettati” su Facebook, qualunque cosa voglia dire (non indaghiamo).
marcello de vito rettifica
Ma la parte divertente della storia è che la rettifica è stata inviata anche al Messaggero. E oggi Canettieri risponde così:

L’ufficio stampa del Comune di Roma, uno dei più “antichi” e prestigiosi d’Italia, si sta trasformando nell’ufficio rettifiche. Uno sportello innovativo e molto particolare,moltodifficile da contattare durante la giornata, sarà per il carico di lavoro oppure per i problemi tecnici sulle linee. Sta di fatto che se fin dall’inizio del mandato-Raggi la stampa veniva accusata dai Cinque Stelle di costruire «fake news», ora che le nubi paiono addensarsi sul Campidoglio c’è stata un’accelerazione. Negli ultimi giorni, infatti, a tutti i componenti dell’ufficio – sia quelli dipendenti del Comune sia gli esterni scelti dalla giunta Raggi – è stato dato un modulo precompilato. Unica la dicitura: «In riferimento all’art.8 legge n.47 del 1948 e art. 2 legge n.69 del 1963» si chiede la rettifica. […]
L’ultima mossa giusto ieri con Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea Capitolina. Anche lui, tramite ufficio stampa,  ha tenuto a precisare che «lefrasi attribuite alla mia persona sulla vicenda delle votazioni online non sono mai state pronunciate e che il presunto sfogo di fronte a un cronista della sua testata non è mai avvenuto. Tra l’altro, mi preme anche sottolineare che l’interpretazione dei miei ragionamenti e pensieri da parte del cronista rappresenti un esercizio di stile pretestuoso,  sibillino e non richiesto».La rettifica si riferiva allo sfogo di De Vito («Senza dossier sarei sindaco») sulla faccenda di cui è rimasto vittima durante la campagna elettorale e su cui sta indagando la Procura: ricostruzione che il Messaggero conferma,riga per riga.

Game, set, match.

Leggi sull’argomento: Marcello De Vito sindaco e il silenzio degli onesti 

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