La mappa degli sgomberi a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-20

Dopo l’ex scuola Don Calabria sgomberata lunedì, toccherà a viale del Caravaggio e poi all’ex Asl occupata di via Tempesta a Tor Pignattara, stabile di cui è proprietario il Sovrano Ordine di Malta. Due sgomberi da portare a termine prima della fine dell’anno

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Il Messaggero pubblica oggi un’infografica che riepiloga la mappa degli sgomberi a Roma secondo la road map che dovrebbe essere in teoria seguita fino al 2025. Dopo l’ex scuola Don Calabria sgomberata lunedì, toccherà a viale del Caravaggio e poi all’ex Asl occupata di via Tempesta a Tor Pignattara, stabile di cui è proprietario il Sovrano Ordine di Malta. Due sgomberi da portare a termine prima della fine dell’anno (il palazzo di Tor Marancia già entro l’estate), dopodiché si partirà con il “Piano di primo intervento” sulla galassia degli 82 immobili «occupati arbitrariamente» a Roma varato ieri dalla Prefettura: 23 saranno liberati secondo un cronoprogramma scadenzato a partire dal 2020 al ritmo di uno sgombero ogni tre mesi, quattro all’anno, per un totale di sette anni nel corso del quale la graduatoria verrà smaltita. L’ordine delle operazioni, comunque, potrebbe essere rimescolato al sopraggiungere di nuove emergenze, ricorsi o nuovi provvedimenti di sequestro preventivo o di sgombero forzoso.

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La mappa degli sgomberi a Roma (Il Messaggero, 20 luglio 2019)

Secondo la road map già concordata con Questura, Comune e Regione, lo sgombero di via Prenestina dovrebbe essere eseguito entro il 31 marzo 2020, quello in via di Torrevecchia entro giugno, via delle Province, entro settembre, Via Prenestina 944 (l’ex Hotel Quattro Stelle interessato da un incendio a novembre 2018, quarto in “classifica”) nel dicembre del 2020. E così, allo stesso ritmo, per i seguenti. I criteri attraverso cui è stata stilata la graduatoria tengono conto, in primis, di situazioni in cui la mancata esecuzione del decreto penale di sequestro è stata sanzionata con sentenza di condanna al risarcimento del danno; quindi dell’eventuale ordinanza di rilascio emessa dalla magistratura e di un decreto di sequestro preventivo già emesso. A questi fattori si sommano le esigenze di tutela della salute pubblica (agibilità e salubrità dell’immobile) e le problematiche di ordine e sicurezza pubblica.

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