Opinioni
Manuel Poletti adesso non ha tempo per i giornalisti
dipocheparole 22/12/2016
Ieri Manuel Poletti è arrivato agli onori delle cronache politiche perché ha deciso di rilasciare un’intervista al Fatto Quotidiano in cui difendeva il padre dalle richieste di dimissioni per le sciocchezze dette sugli italiani all’estero, parlava del suo giornale Setteserequi che ha ricevuto mezzo milione di euro in finanziamenti pubblici in tre anni e in […]
Ieri Manuel Poletti è arrivato agli onori delle cronache politiche perché ha deciso di rilasciare un’intervista al Fatto Quotidiano in cui difendeva il padre dalle richieste di dimissioni per le sciocchezze dette sugli italiani all’estero, parlava del suo giornale Setteserequi che ha ricevuto mezzo milione di euro in finanziamenti pubblici in tre anni e in cui rivelava di essere a un passo dalla laurea alla bella età di 42 anni. Sentito dal Corriere della Sera, Manuel sembra essersi accorto che era meglio stare zitto, esattamente come deve aver capito il padre dopo le sciocchezze sugli italiani all’estero:
«Sono state pubblicate cose sbagliate, ma adesso non ho tempo: alle 8 devo fare la prima pagina del giornale e non posso passare ore al telefono. Arrivederci. Click…». Mentre sul padre Giuliano pende una mozione di sfiducia, il figlio Manuel, 42 anni, è impegnato sugli ultimi dettagli del giornale che dirige e che si appresta a mandare in stampa. Sono ore concitate in casa Poletti. La bufera, per l’intemerata del ministro del Lavoro sui giovani che migrano all’estero («non soffriamo a non averli più fra i piedi»), monta sui social e travolge, suo malgrado, anche il figlio. L’erede di Poletti fa il giornalista e dirige il settimanale Setteserequi.
Un periodico posseduto da una cooperativa di Ravenna, che sopravvive anche grazie ai contributi pubblici (oltre mezzo milione di euro negli ultimi tre anni). Una miscela esplosiva agli occhi di chi attacca politicamente il padre. Alla redazione del giornale ieri Manuel Poletti lo hanno cercato in tanti. Raggiunto al telefono si presta malvolentieri. Gli affondi sui social e le informazioni sulla cooperativa Media Romagna, che controlla Setteserequi, pubblicate dai giornali non gli sono piaciute. Parla poco e si capisce che vorrebbe fuggire dal tritacarne in cui è precipitato. Giusto il tempo per sostenere che gli attacchi sono «basati sul nulla. A mio parere non ci sono notizie». Poi, click.