“Scusate, mia figlia è una nullità”: Palermo tappezzata di manifesti contro FI e Rita Dalla Chiesa

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-09-16

I manifesti sono opera del collettivo artistico Offline, che aveva già affisso alcuni cartelloni contro il partito di Berlusconi

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Ha fatto molto discutere la candidatura alle prossime elezioni politiche di Rita Dalla Chiesa, scelta da Forza Italia per l’uninominale in Puglia e come capolista in Liguria. Voci di indignazione si erano sollevate sin da subito, con molti utenti che avevano sottolineato come la scelta della presentatrice fosse un affronto al padre, il generale ucciso dalla mafia Carlo Alberto Dalla Chiesa. “Lei è la figlia del generale Dalla Chiesa ucciso proprio dalla mafia candidata con Forza Italia”, questo il tenore della maggior parte dei commenti. E la polemica si è concretizzata in alcuni manifesti comparsi a Palermo stamattina, una vera e propria provocazione per scuotere gli elettori siciliani chiamati alle urne non solo per le elezioni politiche, ma pure per il rinnovo dell’Assemblea regionale e l’elezione diretta del nuovo presidente di Regione.

Manifesti contro Rita Dalla Chiesa, ma nel mirino del collettivo Offline finiscono anche Schifani e Micciché

I manifesti satirici comparsi stamattina per le strade di Palermo a dieci giorni dalle elezioni nazionali e regionali mostrano la faccia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che sorride in primo piano con la scritta in dialetto: “Scusate, me figghia è na niagghia”, ovvero “scusate, mia figlia è una nullità”. I manifesti in questione sono opera del collettivo artistico Offline, che aveva già affisso alcuni cartelloni contro il partito di Berlusconi in occasione delle scorse comunali palermitane in cui si leggeva “Forza Mafia”, ma anche “Democrazia Collusa” con accanto l’immagine dello scudocrociato.

Il collettivo se l’è presa anche con Renato Schifani, nome di punta del Centrodestra per la presidenza della Regione Sicilia, attualmente in attesa di giudizio per rivelazione di segreti d’ufficio e concorso in associazione a delinquere. Nello specifico, sui manifesti Schifani è stato ribattezzato “Scaglione”, lo pseudonimo che sarebbe stato utilizzato in riferimento all’ex presidente del Senato nelle intercettazioni acquisite dagli inquirenti. Non solo: nel mirino di Offline sono finiti pure i manifesti elettorali del coordinatore regionale forzista Gianfranco Micciché, sui quali il gruppo ha affisso il pulsante “salta annuncio”, che su Youtube serve appunto per saltare le pubblicità (indesiderate) prima di un video.

 

 

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