Attualità
Sofia Zago e la malaria: dove è avvenuto il contagio?
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-09-07
Il parassita della malaria che ha contagiato Sofia Zago è lo stesso dei due fratellini del Burkina Faso. Ma ancora non se ne conosce il ceppo. E allora c’è un’altra ipotesi rispetto a quella del contagio in ospedale
In quale luogo Sofia Zago è stata contagiata dalla malaria? La risposta alla domanda è complessa ma il punto per comprendere cosa è successo alla bimba morta lunedì all’ospedale di Brescia è tutto qui. Il parassita della malaria che ha contagiato Sofia Zago infatti è lo stesso dei due fratellini del Burkina Faso che si trovavano all’ospedale di Trento ma nulla si sa ancora sul ceppo. Se le impronte ematiche impresse nel sangue della vittima risulteranno le stesse lasciate in quello delle due sorelline di 4 e 11 anni, rientrate con la malaria dal Burkina Faso e che hanno incrociato Sofia nell’area giochi del reparto trentino di pediatria, ci sarà la prova del contagio in ospedale. Per questo ai biologi è stato inviato anche il sangue prelevato a Sofia il 17 agosto: consentirà di sapere se aveva la malaria già al primo ricovero e prima dell’arrivo dei malati dall’Africa. Se invece il genoma si rileverà diverso, la caccia alla zanzara killer si sposterà altrove: a Bibione, dove Sofia era in vacanza con genitori e fratello, o nel Nordest fra Trento e l’Adriatico.
Perché il punto è tutto qui. Raniero Guerra, direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute ed esperto di igiene e medicina tropicale, è il coordinatore della squadra di ispettori del ministero dell’Interno che indaga sul caso di Sofia Zago. E in un’intervista a Repubblica oggi spiega che potrebbero esserci altre ipotesi rispetto a quella del contagio in ospedale, che era stato citato come probabile proprio dalla ministra della Sanità Beatrice Lorenzin:
«Stiamo valutando con più attenzione la possibilità che la bambina sia stata contagiata mentre era a Bibione, cioè prima del ricovero in ospedale a Portogruaro, dove è stata il 13 agosto, e a Trento, dove era dal 16 al 21 agosto».
Avete nuovi elementi per ritenere meno plausibile un contagio a Trento?
«Abbiamo ricevuto tutta la documentazione e valutato i tempi di incubazione della malaria, tra i 14 e i 20 giorni, che sono perciò compatibili con le date in cui Sofia era al mare».
È perciò possibile che non si riesca a capire esattamente perché Sofia si è ammalata in Italia di malaria cerebrale?
«Arriveremo a una conclusione. Capiremo se c’è stato un incidente durante il ricovero, o se è stato un contagio naturale tramite una zanzara vettore che poi si è di sicuro estinta».
Esclude ci siano in Italia zanzare che possano trasmettere il Plasmodium falciparum?
«Non ci sono le condizioni» Cosa cercherete a Bibione? «La nostra è un’indagine epidemiologia a tutto campo, raccoglieremo informazioni».
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