Opinioni
«Il M5S non è la soluzione al problema corruzione»
di Lorelei
Pubblicato il 2016-05-16
Nadia Urbinati su Repubblica di oggi mette il dito nella piaga delle contraddizioni dei grillini dopo le vicende di Pizzarotti e Nogarin, segnalando che più che la soluzione il MoVimento 5 Stelle è il problema della corruzione visto che è totalmente dipendente dalla leadership personale dei pochi che operano in base ai sondaggi: È quindi […]
Nadia Urbinati su Repubblica di oggi mette il dito nella piaga delle contraddizioni dei grillini dopo le vicende di Pizzarotti e Nogarin, segnalando che più che la soluzione il MoVimento 5 Stelle è il problema della corruzione visto che è totalmente dipendente dalla leadership personale dei pochi che operano in base ai sondaggi:
È quindi dal modo di affrontare la gestione della responsabilità pubblica (e della possibilità che si abbiano impurità legali, ovvero crimini) che si vede la natura di un gruppo politico. E un non-partito quale vuole ancora essere il M5S è a questo punto un problema, più che la soluzione del problema corruzione. Nato contro i partiti perché ha identificato la corruzione con la forma partito stessa, il M5S è oggi in una fase critica e di grandissima empasse proprio perché il suo essere movimento lo rende pericolosamente in balia del rischio corruzione in quanto totalmente dipendente della leadership personale dei pochi che sono visibili a tutti e che operano secondo ciò che più tira o attira l’opinione – senza un programma o meglio con il programma dettato dai sondaggi, un programma di rimessa, non autonomo. E soprattutto, senza una linea di demarcazione che con regole condivise tolga ad alcuni, ai leader, il potere arbitrario di decretare chi è e chi non è corrotto, chi merita e chi non merita l’espulsione.
Un partito-non-partito non promette e non ha alcuna continuità di giudizio, per cui, per esempio, mentre i leader parlamentari o nazionali seguono le logiche del più navigato opportunismo politico (con l’occhio fisso ai sondaggi) i grillini-del-popolo-ordinario hanno una matrice di civismo che è ammirevole. Iper-politicismo negli uni e iper-purismo negli altri, che non hanno incarichi pubblici e sono “gente comune”. L’esito di questo sdoppiamento è purtroppo quello di favorire una dissociazione insanabile fra il dire e il fare che fa molto male al senso del pubblico e del governo della cosa pubblica, quindi a tutti, non solo ai grillini. Questo è l’esito che produce un movimento post-moderno nel senso vero del termine: che pratica l’assoluta contingenza delle scelte, ovvero che segue quel che l’opinione pubblica qui e ora chiede o vuole; e che è senza fondamenti, ovvero relativista al massimo grado, senza principi che sappiano muovere non tanto e solo le parole, ma soprattutto le azioni. In sostanza il problema del M5S (un problema per il paese vista la presa politica che ha) è di essere totalmente eteronomo o eterodiretto: determinato da quel che fa crescere nei sondaggi. Come affidarsi a un movimento senza un’autonomia di principi, nel quale solo la moneta della popolarità sembra aver corso?