Politica
M5S, avanza l’ipotesi di Chiara Appendino alla vicepresidenza della Camera
Asia Buconi 16/10/2022
In pole position per il ruolo di vicepresidente pentastellata a Montecitorio ci sarebbe l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino
“Serve uno sforzo di unità tra le forze di opposizione”, ha detto ieri il dem Nicola Zingaretti. Questo è, di fatto, l’intento di Pd, M5S e Terzo Polo di fronte al rebus delle vicepresidenze delle Camere. Si tratta di uno sforzo nella realtà complesso e ostico, viste le divergenze che animano le forze di minoranza. Rimane certa, e su questo punto concordano tutti, la necessità di un blocco forte di fronte a un Centrodestra che ha fatto salire ai vertici delle istituzioni La Russa da un lato e Fontana dall’altro, non certo dei moderati. Anche per questo il segretario del Pd Letta ha proposto alla vicepresidenza di Montecitorio Alessandro Zan, gay dichiarato e primo firmatario della legge contro l’omotransfobia, che rappresenterebbe una “risposta forte” nei confronti delle scelte del Centrodestra su Camera e Senato.
Da parte sua, il Movimento 5 Stelle conta di riunirsi in consiglio nazionale entro lunedì, in modo da poter poi incontrare i parlamentari e pianificare i piani futuri per i ruoli apicali d’Aula. Sui rapporti col Pd, Conte è chiaro: “Per comprendere se c’è nuovamente un orizzonte progressista dobbiamo per forza attendere il congresso del Pd, vedere chi sarà il nuovo segretario e quale atteggiamento avrà nei nostri riguardi”. Stando ad alcune indiscrezioni lasciate trapelare dall’Adnkronos, in pole position per il ruolo di vicepresidente pentastellata a Montecitorio ci sarebbe l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino (a Palazzo Madama si parla invece di Stefano Patuanelli).
Chiara Appendino verso la vicepresidenza della Camera, le sue parole: “Preoccupata da La Russa e Fontana, nessun passo indietro sui diritti”
In ogni caso, un nome come quello di Chiara Appendino alla vicepresidenza della Camera andrebbe di certo a “riassestare” gli equilibri. Basti pensare al messaggio scritto su Facebook qualche giorno fa dall’ex sindaca di Torino dopo la salita a Montecitorio di Lorenzo Fontana:
Ammetto che avere alla presidenza della Camera e del Senato dei rappresentanti secondo cui ‘il matrimonio è tra mamma e papà, le altre schifezze non le vogliamo sentire’ (Lorenzo Fontana) o ‘crescere con due papà è un’induzione ingiustificata a crescere gay’ (Ignazio La Russa) preoccupa anche me. Da ieri sto ricevendo tantissimi messaggi di mamme, papà e giovani che si chiedono con preoccupazione cosa sarà dei loro, pochi, diritti se già dal primo giorno di legislatura la seconda e la terza carica dello Stato sono state affidate a politici che rivendicano posizioni inquietanti.
A questi messaggi rispondo che noi ci siamo e che non consentiremo passi indietro sui diritti Lgbt+ ma, anzi, lotteremo per ottenerne altri. Come non ci faremo ingannare dai giochi di parole con cui Meloni e Fratelli d’Italia per tutta la campagna elettorale hanno mischiato la legge 194 e il diritto a non abortire per poi, pochi giorni fa in Piemonte, approvare in commissione una legge che stanzia 400mila euro per convincere le donne a non abortire entrando pesantemente nella loro sfera personale. Se Meloni sbandierando il motto conservatore ‘Dio, patria, famiglia’ intende davvero tornare indietro, sappia che ci troverà ad opporci con tutta la durezza possibile nelle aule istituzionali come nelle piazze, e sicuramente non saremo soli.