Politica
M5S, addio alle parlamentarie?
Alessandro D'Amato 01/09/2015
I grillini riflettono su un nuovo metodo di selezione dei candidati. Con paletti più stringenti
Annalisa Cuzzocrea su Repubblica di oggi parla di una svolta possibile nel MoVimento 5 Stelle, dove si starebbe pensando di abbandonare il sistema delle Parlamentarie per passare a un nuovo metodo di selezione dei candidati che non permetta di entrare in lizza a “improvvisati” e miracolati. Il tutto parte dall’intervento di Beppe Grillo a Brescia in occasione della festa per i dieci anni del Meetup locale guidato da Vito Crimi:
Non dà dettagli su come il meccanismo di selezione dei prossimi parlamentari cambierà, il capo politico del Movimento. Ufficialmente, tutti gli eletti che non hanno svolto altri mandati (a qualunque livello) potrebbero ricandidarsi in quanto iscritti e tentare il bis. Quel che filtra però è che non sarà così automatico, e chi è dentro lo sa. Le ipotesi sul tavolo sono molte, ma mettono tutte in cantina la teoria per cui a vincere dev’essere l’idea, che la persona non conti. In questi due anni molte cose sono cambiate, è nato il direttorio, sono emerse personalità come Di Maio, Fico, Di Battista. Si prendono decisioni in 24 ore senza passare dal web, come per la Rai. Così, si troverà un modo di premiare i parlamentari virtuosi e di punire quelli che -tempo fa – il senatore Nicola Morra definiva: «cavallidiTroia». O chi comunque non si è dimostrato all’altezza.
Secondo Repubblica verrà inaugurato un meccanismo diverso di selezione:
Si sta pensando a una prima votazione sugli eletti, che decida chi tenere e chi no. E poi, votazioni multiple per consentire una “scrematura” migliore. Del resto, il cosiddetto “recall” è nel dna del Movimento, che lo aveva inserito nella sua legge elettorale ideale e che lo ha praticato in regioni come l’Emilia Romagna, dove i consiglieri eletti si sottoponevano periodicamente al giudizio dei meet up. «Ci potrebbe essere qualche paletto più stringente, più attenzione – dice chi ha parlato con i vertici- ma è tutto in valutazione, non c’è niente di certo». Il che non è del tutto vero, perché è certo che – in questo senso – le amministrative saranno un test fondamentale. Lo schema che il capogruppo a Bologna Max Bugani ha deciso di usare sotto le torri, fare una lista di suoi fedelissimi e consentire ad altri attivisti di correre solo in una lista concorrente, è una novità assoluta e sarà replicata in altre città. Quelle in cui si pensa di poter fare i risultati migliori. Un test, il cui risultato dipende un po’ dall’esito del voto, un po’ dalle reazioni del Movimento. Dalle parti di Parma qualcuno dice già: «Ci siamo, vogliono decidere loro chi mettere in lista, quella di Bologna è la prova generale».