Luigi Di Maio e Macron strumento dei poteri forti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-05-08

Il vicepresidente della Camera chiede di mettere alla prova il presidente francese. E rilancia: «Noi non vogliamo uscire dall’Unione Europea, vogliamo cambiarla. Per l’euro ci vuole la clausola opt-out»

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“Noi stiamo dalla parte dei francesi, prima di tutto: hanno scelto il loro Presidente della Repubblica e da parte nostra a lui vanno tutti i nostri auguri di buon lavoro. Detto questo, è chiaro che si continua a ragionare per destra e sinistra, si perde”. Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e leader del MoVimento 5 Stelle, ai microfoni di RTL 102.5 è aperturista nei confronti di Emmanuel Macron dopo la vittoria alle elezioni.

Luigi Di Maio e Macron strumento dei poteri forti

“Il partito di Le Pen è considerato, ed è, una destra, e i partiti di sinistra francesi sono fuori dal ballottaggi; a me fanno ridere i personaggi politici italiani dei vecchi partiti che salgono sul carro dei vincitori di Macron, ricordo che il PD francese e la Forza Italia francese hanno perso al primo turno. Quanto alla questione dei poteri forti e le cose che si dicono su Macron è sempre la prova dei fatti che dimostra le cose, vediamolo all`opera e vediamo se veramente manterrà fede a quelli che sono i suoi impegni”, dice Di Maio. Che poi traccia una nuova linea di demarcazione nel rapporto tra i 5 Stelle e l’Europa: “Quando abbiamo un capo di Stato dobbiamo ragionare con la cultura delle relazioni internazionali, siamo uno Stato che deve avere relazioni e un interlocutore che è il Capo di Stato di un`altra nazione, e nel caso della Francia che è un Paese del Direttorio europeo, spero si possa fare squadra per cambiare un`Europa che se non cambia muore. Noi non vogliamo uscire dall`Unione Europea, la vogliamo cambiare, che significa prima di tutto un`Europa che inizi ad occuparsi della disoccupazione dei cittadini europei e della povertà in Europa”.

Luigi Di Maio e l’Europa matrigna

“Tutti dicono di voler cambiare l`Unione Europea, ma bisogna poi avere il coraggio di battere i pugni sul tavolo quando si devono raggiungere gli obiettivi – ha proseguito -. Non lo dico con violenza, ma perché l`Italia è un Paese che non si è fatto rispettare in questi anni a quei tavoli. Dal nostro punto di vista l`Europa deve cambiare prima di tutto permettendoci, come Paese, di fare investimenti e cambiare i vincoli di bilancio. Abbiamo bisogno di investimenti, di fare deficit per ripagare anche il debito pubblico, che è enorme. In generale penso che anche l`euro debba diventare più democratico, noi come Paesi membri possiamo pensare di uscire dall`UE ma non dall`Euro, ci sono Paesi nell`UE che possono stare fuori dall`Euro e altri che devono entrarci per forza. L`Euro deve diventare più democratico con clausole di opt-out permanente e se su questo altri capi di Stato dell`UE vorranno darci una mano, beh, quando e se saremo al Governo in questo Paese troveremo alleati in maniera trasversale intorno a questi temi”.

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