Le picconate di Di Maio al M5S per aver aperto la crisi: “Populista e sovranista farlo per tornaconto elettorale”

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-07-14

Luigi Di Maio contro il suo ex partito, che oggi apre formalmente la crisi di governo: “Piano cinico e opportunista, che trascina il paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale”

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“I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi. Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale”: Luigi Di Maio parla ormai da esterno ai grillini e non lesina dure critiche all’ex partito, abbandonato meno di un mese fa con la scissione governista che ha portato alla nascita di “Insieme per il Futuro”, per la crisi di governo innescata sul dl Aiuti. “Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale”, dice il ministro degli Esteri all’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari di Ipf.

“Chi subì il Papeete 1 ora fa il Papeete 2”

E proprio mentre un altro parlamentare – la senatrice Cinzia Leone – lascia il Movimento per aggiungersi agli “scissionisti” dicendosi “delusa da Conte” e “frustrata dalle politiche dell’ex partito”, Di Maio punta il dito contro lo stesso Conte: “È chiaro a tutti che se oggi non votano la fiducia aprono la stagione del Papeete bis. Un marchio che non si toglieranno più. Chi subì il Papeete 1 adesso fa il Papeete 2. E da loro non accettiamo lezioni di coerenza”. La lettura di Di Maio è quindi quella di una crisi innescata per combattere un’altra crisi, quella di consensi, tutta interna ai grillini e resasi palese alle ultime amministrative, dove se non fosse stato per l’alleanza con il Pd il M5S non sarebbe riuscito a far eleggere alcun sindaco.

Le picconate di Di Maio al M5S per aver aperto la crisi

“Aprire la crisi – dice l’ex capo politico – solo per risalire nei sondaggi è qualcosa di folle, oltre che di irresponsabile. Di populista e sovranista. Del resto conosciamo già i precedenti”. Oggi alle 15 ci sarà il voto a Palazzo Madama, ed è previsto che dopo il mancato appoggio dei senatori grillini Mario Draghi vada al Quirinale per aprire formalmente la crisi di fronte al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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