Luca Trapanese dà una lezione a Giorgia Meloni sulle “devianze”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-08-25

Dopo l’intervento sul tema delle devianze dell’ex sindaca di Formia Paola Villa, oggi ha detto la sua anche l’assessore al welfare del Comune di NapolI Luca Trapanese

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La leader di FdI Giorgia Meloni era finita al centro delle polemiche nei giorni scorsi per l’ormai nota card pubblicata dall’account ufficiale del suo partito (e da lei rilanciata) che inseriva tra le “devianze” anche l’obesità e l’anoressia. Dopo l’intervento sul tema dell’ex sindaca di Formia Paola Villa, oggi ha detto la sua anche Luca Trapanese, assessore al welfare del Comune di Napoli, da anni attivo nel terzo settore per i disabili e, non ultimo, papà single omosessuale di una bambina con sindrome di down.

Luca Trapanese risponde a Giorgia Meloni sulle devianze: “Una persona obesa non può e non deve essere associata a chi delinque”

All’interno del post su Facebook, Luca Trapanese ha scritto in risposta a Giorgia Meloni: “Cara Giorgia Meloni il suo post sulle #devianze è già di per sè deviante perché confonde comportamenti antisociali e illeciti con problemi di natura patologica mettendo insieme vittime e carnefici.
Una persona obesa non può e non deve essere associata a chi delinque. Mi sento in dovere, non solo per il mio ruolo istituzionale e professionale, ma anche per la mia esperienza di vita, di #difendere e proteggere questi giovani fragili, non certo deviati, ma che soffrono di patologie che molto spesso li rendono infelici ed in condizioni di profonda solitudine. Espressioni che pesano come macigni e che feriscono, mi auguro involontariamente, persone di per sé già fragili!”.

Trapanese continua auspicando un cambio di prospettiva sulla questione: “Le baby gang, il bullismo, il cyberbullismo sono forme di devianza che devono essere contrastate e nello stesso tempo prevenute attraverso azioni di formazione, informazione e sensibilizzazione anche e soprattutto sui social affinché non vengano usati impropriamente. Piuttosto le propongo di cambiare il punto di vista della questione: devianti non sono le persone ma i numerosi modelli di “perfezione” (irraggiungibile) che inducono all’anoressia e alla bulimia e che stanno rendendo i nostri giovani infelici a vita. Chi soffre di disturbi alimentari è una persona malata e come tale richiede rispetto, cura e assistenza. Questo manca!”.

Poi, Trapanese conclude: “Un giovane che fa uso di droghe è debole, solo, poco strutturato, dimenticato e isolato dalla società.
Piuttosto che fare liste di proscrizioni, mettendo impropriamente insieme vittime e carnefici, sarebbe utile programmare azioni concrete di prevenzione e di contrasto contro le devianze minorili e garantire davvero assistenza e cura ai giovani fragili e alle loro famiglie, troppo spesso lasciate sole con problemi immensi, che pertanto meritano solo rispetto e attenzione soprattutto dalle istituzioni”.

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