Fact checking
Fioramonti e gli altri: i nomi del governo Di Maio
Alessandro D'Amato 27/02/2018
Il candidato premier M5S svela il nome del professore per lo Sviluppo Economico. Novità anche per l’economia e la sanità. Gli attacchi dei complottisti per Soros e Rotschild
Dopo Sergio Costa tocca a Lorenzo Fioramonti: il generale della ex Forestale sarà al ministero dell’Ambiente, come annunciato ieri da Luigi Di Maio da Lucia Annunziata a In 1/2 Ora, mentre il professore di scienze politiche già finito nei guai a causa del complottismo dei grillini per Soros e Rothschild andrà allo Sviluppo Economico.
Fioramonti e gli altri: i nomi del governo Di Maio
Il nome di Fioramonti Di Maio lo fa in un’intervista rilasciata a Emanuele Buzzi del Corriere della Sera; lo stesso quotidiano per l’Economia c’è l’ipotesi di Andrea Roventini, professore associato presso la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. A maggio del 2017 Roventini ha preso parte al convegno «Lo Stato Innovatore», organizzato dai 5 Stelle alla Camera: su Twitter si presenta come un “heretic Keynesian economist playing with agent-based models”. Le indiscrezioni circolano su Guido Bagatta allo Sport e Alfonso Bonafede alla Giustizia, mentre per quanto riguarda il ministero della Sanità, l’identikit porta a Pierpaolo Sileri, chirurgo candidato con il M5S nell’uninominale. Interpellato dall’Adnkronos, però, Sileri risponde: «Non ne so niente».
Sileri, 45 anni, medico di Tor Vergata, registrò le parole del rettore Giuseppe Novelli tra settembre e ottobre 2016 per un ricorso al TAR riguardo un concorso a Tor Vergata. A lui il Magnifico prospettò vantaggi professionali in cambio della “promessa di recedere da tutte le proprie iniziative di tutela anche in sede giurisdizionale”. Tra le tre donne (una agli Interni, una agli Esteri e una alla Difesa) per la Farnesina si parla di Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituito Affari Internazionali.
Roberto Fico presidente della Camera?
Al Lavoro, salvo sorprese, andrà Pasquale Tridico, economista di Roma Tre, come era circolato nei giorni scorsi. Ilario Lombardo invece spiega sulla Stampa che nelle trattative di governo finiranno i nomi di chi potrebbe sedere sugli scranni più alti di Montecitorio e di Palazzo Madama e ogni scelta, ogni apertura e ogni chiusura, avrà un significato politico preciso.
La condivisione della nomina potrebbe anche preludere all’avvio di un ragionamento di governo assieme al Pd, visti i recenti segnali inviati dai 5 Stelle alla sinistra – LeU ed Emma Bonino compresi. Ma è difficile, se non impossibile, che Di Maio rinunci alla partita per Palazzo Chigi, visto che ha posto come condizione per qualsiasi tipo di partecipazione di governo del M5S che sia lui a vestire i panni del presidente del Consiglio. E poi i 5 Stelle hanno già qualcuno che stanno coccolando come presidente della Camera in pectore: Roberto Fico.
È uno dei leader, anche se messo in minoranza nell’era Di Maio, ormai fuori dai vertici e dal perimetro della squadra del candidato premier. E poi, è consapevolezza diffusa nel M5S: «Fico piace alla sinistra». Sarebbe anche una carica di prestigio, che gratificherebbe il deputato e premierebbe la sua storia di pioniere del Movimento. A cercare un parallelo nel passato, viene in mente Pietro Ingrao, che vestì i panni del presidente della Camera quando era portavoce di un pensiero non più maggioritario nel Pci.
La mossa di Fioramonti
Nei giorni scorsi Fioramonti ha dovuto smentire con una nota di chiarimento alcune informazioni false che circolano sui social. Secondo queste informazioni Fioramonti sarebbe “al soldo di fondi di investimento legati a Soros o alla famiglia Rothschild“. Una fregnaccia, dato che come spiega Fioramonti “la tesi complottista sembra scaturire da una foto mia presso la residenza di Bellagio della Fondazione Rockefeller“. In appena tre righe Fioramonti ha citato i tre principali spauracchi del complottismo finanziario più esasperato. Quelli insomma che credono che miliardari come Soros, Rockefeller e Rotschild stiano segretamente lavorando ad un piano per imporre ai cittadini di tutte le nazioni il Nuovo Ordine Mondiale. Naturalmente c’è una spiegazione razionale. Fioramonti stava partecipando ad una serie di incontri organizzati dalla Fondazione e ad un convegno su Nuovi Modelli di Sviluppo. Niente di pericoloso per la democrazia pare di capire anche perché a seguito di quel convegno “la Fondazione ha poi deciso di cancellare ogni suo investimento nelle fonti energetiche inquinanti” passando alle energie rinnovabili.
Il legame con Soros è dovuto al fatto che Fioramonti abbia scritto per parecchio tempo sulla piattaforma opendemocracy, che come è noto è finanziata dalla Open Society Foundation di George Soros. Cosa c’entrano i Rothschild invece?
Fioramonti ammette che è poco chiaro, ma in Rete è possibile reperire immagini come questa qui sotto dove si spiega che il cancelliere dell’Università di Pretoria (dove insegna il pentastellato) è “chairman di Rothschild Sud Africa e che la London School di Evelyn Rothschild “ha recensito un suo libro”. Come se le recensioni fossero prova di qualche strano rituale di affiliazione. In fondo il trattamento riservato a Fioramonti è più o meno quello subito da Gabriele Del Grande accusato sui social di essere sul libro paga di Soros o da Roberto Burioni, che secondo il Fatto Quotidiano sarebbe un masssone.
Quando il M5S agitava sospetti su chiunque avesse contatti con Rockefeller, Rothschild e Soros
C’è da rilevare che non sono solo siti come questo o questo a rilanciare la tesi complottista di Fioramonti “a libro paga” dei potentati economici e finanziari di stampo demoplutogiudaicomassonico. Ieri anche il Professor Paolo Becchi, ex ideologo del MoVimento 5 Stelle ha definito in un tweet Fioramonti un “Rotshild-Soros tascabile”.
Nei commenti al post di Fioramonti i suoi sostenitori se la prendono con le “fake news” messe in giro dal Partito Democratico. Ma quegli utenti, probabilmente elettori a 5 Stelle forse farebbero bene a guardarsi in casa. Non solo per l’uscita di Becchi, che per lungo tempo è stato uno di coloro che hanno maggiormente influenzato la linea politica e la visione della realtà del M5S. Ma anche perché spesso e volentieri è stato proprio il MoVimento 5 Stelle a utilizzare legami (veri o presunti) con i vari Soros e Rockefeller, come argomento per gettare discredito sugli avversari politici.
Ad esempio in questo post del 2016 Carlo Sibilia prendeva di mira Maria Elena Boschi per essersi seduta al tavolo della Commissione Trilatelare “ideata da David Rockefeller”. In quest’altro post pubblicato sul sito del M5S. L’anno prima Sibilia, assieme al collega Paolo Bernini, aveva cercato di avvicinarsi al meeting dei potentissimi Bilderberg, cosa che avevano cercato di fare anche nel 2013, sempre senza successo. Sempre nel 2016 Sibilia pubblicava un lungo elenco per dimostrare che “quelli che ci governano vengono poi assunti dalle banche d’affari” e che “le banche d’affari finanziano i partiti, i media o grandi aziende”. Tra i nomi figurano quelli di De Benedetti e Luisa Todini, indicati come membri del consiglio di sorveglianza di Rothschild, e Paolo Scaroni “deputy chariman Rothschild”.
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