Loredana Bertè le canta a Pillon: “Pronta a prendere le botte, come nel ’78, per difendere il diritto all’aborto”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-27

La cantautrice ha voluto ricordare quella battaglia in favore della legge e quella sassaiola contro di lei da parte dei movimenti di estrema destra. E lo fa in chiave attuale, dopo che la scorsa settimana c’è stata una manifestazione dei Pro-vita a piazza San Giovanni

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Quel traffico impazzito, con le strade chiuse e l’obbligo di passare altrove perché piazza San Giovanni era “occupata” da chi stava manifestando (tra le tante cose) contro il diritto all’aborto. Non si tratta di una storia vecchia, ma di un evento recente che si è tenuto a Roma. Organizzato da Simone Pillon e dal movimento pro-life che dice no all’interruzione di gravidanza (volendo reinserire norme quasi medievali e di cui l’Italia si è liberata, a fatica, 44 anni fa) e l’eutanasia, con la partecipazione di poche migliaia di cittadini nel centro di Roma. Loredana Bertè, partendo proprio da quelle strade chiuse, ha voluto ribadire la sua posizione e ricordare quella battaglia (vinta) che nel 1978 con l’approvazione di quella legge che ha allargato le maglie dei diritti delle donne.

Loredana Bertè contro Pillon per le battaglie contro l’aborto

Nel suo blog pubblicato su ReWriters, la cantautrice ha raccontato quella manifestazione organizzata dal leghista Pillon a Roma, sottolineando alcuni dettagli fondamentali. Soprattutto sulle presenze in piazza San Giovanni:

“Mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo, dopo 44 anni ancora persone (soprattutto uomini) che vogliono decidere del corpo di una donna. Eh sì, perché di questo si tratta, come recitava un celebre slogan dei movimenti femministi degli anni ’70 “il corpo è mio e lo gestisco io”: in quanto donna sono una persona fisica con dei diritti, un embrione non è ancora una persona, possono esserci mille motivi per cui decido di abortire”.

Perché in quella piazza, ancora una volta, si sono susseguiti cori e striscioni contro il diritto di una donna di decidere se abortire. Un tema molto delicato e ancora attuale, nonostante la legge italiana abbia depenalizzato l’interruzione di gravidanza nel 1978, resistendo anche al tentativo di abrogazione tramite referendum del 1981. E proprio a quell’epoca risale l’altro passaggio del racconto di Loredana Bertè:

“Ricordo ancora il giorno in cui andammo a votare a favore dell’aborto, nel 1978, il mio amico Albertino Marozzi ed io, all’uscita dei seggi, siamo stati presi a sassate, catenate, calci e pugni da un gruppo di squadristi di estrema destra.
Questo per dire che come ho preso le botte per far approvare la legge sull’aborto, sono pronta a riprenderle per difenderla e mantenerla! Quindi sono coerente con me stessa ed il mio pensiero: la libertà personale e il diritto di scelta vengono prima di tutto. Scegliamo di essere libere e di esserlo in modo sicuro”.

Loredana Bertè fa riferimento alle lotte avviate all’inizio degli anni ’70, prima del lungo e difficile percorso che portò all’approvazione della legge 194 che il Movimento per la Vita provò a cancellare con un referendum abrogativo che venne rispedito al mittente (era il 1981), con il 68% dei votanti che volle mantenere quel diritto acquisito solamente pochi anni prima. E oggi, come sottolineato dalla cantautrice, c’è chi vuole provare – ancora una volta – a decidere al posto di una donna, non lasciando a lei il diritto di decidere.

(Foto IPP/Andrea Oldani)

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