L’idea di tenere chiuse Lombardia e Piemonte dopo il 4 maggio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-19

Conte ha spiegato durante la riunione della task force con le regioni che Lombardia, Piemonte e altre zone rosse potrebbero rimanere chiuse anche dopo il 4 maggio

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Nel governo prevale la prudenza e ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato durante la riunione della task force con le regioni che Lombardia, Piemonte e altre zone rosse potrebbero rimanere chiuse anche dopo il 4 maggio. Racconta oggi la Stampa cosa si è detto nel meeting:

Intanto viene spiegato che le notizie circa l’apertura di attività produttive o l’allentamento di misure restrittive per lunedì prossimo «sono prive di fondamento». Quindi per la settimana che si apre domani rimangono in vigore le misure già previste, che scadono il 3 maggio. «Non è prevista nessuna modifica. Gli effetti positivi di contenimento del virus e di mitigazione del contagio si iniziano a misurare ma non sono tali da consentire il venir meno degli obblighi attuali e l’abbassamento della soglia di attenzione». Punto.

Dopodiché Chigi precisa che con tecnici ed esperti in campo economico e sociale che fanno parte dei vari comitati , il premier ha lavorato a un «programma nazionale che possa consentire una ripresa di buona parte delle attività produttive in condizioni di massima sicurezza». Un programma, viene precisato, che «integri una gestione coordinata delle attività industriali, della logistica, dei trasporti e che tenga sotto controllo la curva epidemiologica nella prospettiva di un controllo della sua risalita».

lombardia e piemonte chiuse
Le regioni e le province che rischiano di non riaprire (La Stampa, 19 aprile 2020)

La priorità è che non si torni al sovraccarico delle strutture ospedaliere. Fonti del governo precisano che le Regioni hanno convenuto sulla opportunità di avere «linee guida nazionali in modo da gestire in modo uniforme questa ripresa delle attività economiche». Si vedrà se questa frenata verrà accettata veramente viste le intenzioni del governo sulla modulazione territoriale. Infatti per la riapertura del 4 maggio non è valido un criterio per tutto il territorio e nemmeno per macroregioni.

Saranno prese in considerazioni le singole realtà regionali. Maggiori aperture per quelle Regioni che hanno una bassissima percentuali di contagi e decessi come Molise e Basilicata, ma anche Sicilia, Calabria e Puglia. Un allentamento minore ci sarà invece in Piemonte, Lombardia, in un pezzo Emilia-Romagna (province di Piacenza, Rimini e Ravenna) e Marche (Pesaro) e la parte occidente del Veneto. A questo criterio territoriale viene aggiunto quello anagrafico: tenere il più possibile in casa le persone che hanno dai 65/70 anni garantendo loro dei servizi domiciliari. Insomma, per gli anziani la quarantena resta anche dopo il 4 maggio, con possibilità di uscire solo per fare la spesa.

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