Così a Lodi la Lega discrimina i figli degli immigrati

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-12

Niente mensa e niente scuolabus se i genitori non presentano carte e documenti rilasciati dai paesi d’origine (e con traduzione giurata) dove certificano che non possiedono immobili o altre proprietà. Così le famiglie extracomunitarie con un reddito basso non possono permettersi di pagare la mensa a prezzo pieno e gli alunni vengono separati durante il pranzo

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La pacchia è finita a Lodi per i figli dei cittadini di origine extracomunitaria. Nel novembre del 2017 la sindaca Sara Casanova (Lega) ha infatti emanato un nuovo regolamento per disciplinare l’accesso alle agevolazioni per poter usufruire del servizio mensa e scuolabus. Il regolamento in questione, entrato in vigore con l’inizio dell’anno scolastico 2018/2019 stabilisce che le famiglie extracomunitarie che vogliono chiedere i contributi per poter accedere alla mensa e allo scuolabus a prezzo agevolato devono presentare, oltre all’ISEE, anche una certificazione rilasciata dal paese d’origine per dimostrare che non possiedono immobili o altre fonti di reddito fuori dall’Italia.

La burocrazia che discrimina i figli degli immigrati

Si tratta però di una complicazione burocratica che costringe le famiglie a tornare nei propri paesi per ottenere una carta che non sempre viene data oppure a recarsi al consolato. Non sempre è possibile farlo perché in alcuni stati non esiste un catasto informatizzato. Inoltre la documentazione non può essere consegnata in lingua originale ed è necessario che venga tradotta in italiano con una traduzione giurata e marche da bollo varie. Solo quattro famiglie su 94 sono riuscite a consegnare la documentazione richiesta. C’è anche chi è riuscito a presentarla, con traduzione, ma si è sentito rispondere che non va bene. Per gli italiani invece è sufficiente presentare l’ISEE compilando un’autocertificazione.

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La Casanova ha incassato il sostegno di Salvini che ha ricordato “prima gli italiani”

Succede quindi che a parità di dichiarazione ISEE il figlio di una famiglia di italiani possa accedere senza troppe difficoltà al servizio mensa a canone agevolato mentre il compagno di classe figlio di extracomunitari invece ne sia escluso. La soluzione per le famiglie straniere è quella di pagare la mensa a prezzo pieno, ovvero cinque euro al giorno (contro i 2,20 euro al giorno per la fascia di agevolazione più bassa). Lo scuolabus invece aumenta dai 90 euro ogni tre mesi a 210 euro. Troppi per chi magari ha tre o quattro figli e un reddito inferiore agli 8.000 euro l’anno. Tanto più che molte famiglie vivono in una casa popolare, quindi la loro situazione di indigenza è già certificata dall’essere stati inseriti nella graduatoria e aver ottenuto l’assegnazione dell’alloggio.

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La sindaca di Lodi Sara Casanova

Il risultato è che molti genitori si vedono costretti a rinunciare alla mensa e allo scuolabus. I bambini vengono accompagnati a scuola a piedi o in bicicletta mentre per il pranzo i figli degli extracomunitari si portano il panino da casa. Durante l’orario della mensa però italiani e stranieri sono costretti a mangiare in ambienti separati perché le norme sanitarie vietano la mescolanza con i cibi preparati a casa. Durante la ricreazione poi solo agli italiani viene servito lo yogurt perché gli stranieri che non ne hanno più diritto.

I bambini stranieri separati dai compagni al momento del pranzo

Nei primi giorni dell’anno scolastico 130 bambini che si sono improvvisamente trovati senza la possibilità di usufruire del servizio (per il semplice motivo che i loro genitori non se lo possono permettere) sono stati tenuti a casa da scuola. Una protesta che però non è piaciuta alla sindaca che ha definito “una protesta grave” la decisione dei genitori che hanno così contravvenuto all’obbligo scolastico. Secondo la sindaca la legge è uguale per tutti e dal momento che mensa e scuolabus sono servizi accessori e non obbligatori nessuno è costretto a usufruirne o a pagare il prezzo pieno. Certo, quando magari bisogna fare sei chilometri a piedi per andare a scuola – come capita ad alcune famiglie – un passaggio farebbe comodo.

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Di fatto però su 318 domande presentate per la richiesta delle agevolazioni sociali quelle accolte sono poche. Ieri a Piazza Pulita è stato detto che sono oltre 200 i figli degli stranieri rimasti fuori dal servizio mensa e scuolabus a causa del nuovo regolamento della sindaca. A soffrirne non sono solo i genitori che si sentono discriminati ma anche gli stessi bambini che provano sulla propria pelle la differenza di trattamento con gli italiani. Ad essere più faticoso da sopportare è ovviamente il momento in cui i bambini vengono separati al momento del pranzo. Per i piccoli alunni è difficile capire come mai non possono mangiare assieme ai propri compagni di classe. Stupisce invece l’indifferenza dei cittadini di Lodi intervistati da Micaela Farrocco che senza mezzi termini paragonano gli stranieri e i loro figli alle zecche attaccate ai cani, parassiti che succhiano il sangue degli italiani. Ecco cosa vuol dire prima gli italiani.

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