Lodi: caso mense, la giunta a guida leghista perde anche l’appello

di Antonio Murzio

Pubblicato il 2020-12-29

Il comune di Lodi guidato dalla leghista Sara Casanova aveva emanato una delibera che escludeva dalle mense i bambini stranieri. Dopo una prima condanna era ricorso in appello dove è stato sconfitto una seconda volta: quella decisione era razzista.

article-post

La Corte d’Appello del Tribunale di Milano ha respinto il ricorso del Comune di Lodi contro la sentenza del Tribunale di Milano che aveva accertato il carattere discriminatorio del regolamento per l’accesso ai servizi sociali agevolati, che aveva dato origine al famoso “caso mense”.

Lodi: caso mense, la giunta a guida leghista perde anche l’appello

La nuova sentenza è nettissima, definisce “infondato” il ricorso e ne smonta pezzo per pezzo le ragioni.
La Corte d’Appello scrive che “La differenziazione introdotta dal regolamento comunale in punto di documentazione su redditi/beni posseduti (o non posseduti ) all’estero costituisce una discriminazione diretta nei confronti dei cittadini di Stati extra UE per ragioni di nazionalità perché di fatto, attraverso i gravosi oneri documentali aggiuntivi richiesti, rende loro difficoltoso concorrere all’accesso alle prestazioni sociali agevolate, così precludendo ai predetti il pieno sviluppo della loro persona e l’integrazione nella comunità di accoglienza.”

La sindaca di Lodi Sara Casanova con Matteo Salvini
La sindaca di Lodi Sara Casanova con Matteo Salvini

In modo ancora più chiaro che nella prima sentenza, è mostrata l’assenza di basi giuridiche per la delibera che ha istituito il regolamento discriminatorio “Nel caso in esame, non sussiste alcuna causa normativa della differenziazione introdotta dal Comune di Lodi ai fini dell’accesso alle prestazioni sociali agevolate da parte di cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea”. In un comunicato il Coordinamento Uguali Doveri scrive in un comunicato : “La prescrizione del regolamento del comune di Lodi che aveva causato l’episodio di discriminazione che ha avuto una eco nazionale e anche internazionale è definita “irragionevole ed in contrasto con i limiti al potere normativo degli enti locali in materia di prestazioni sociali agevolate”. Riassumendo, la Giunta ha violato tutte le norme (leggi ordinarie,Costituzione, Convenzione dei diritti dell’uomo) e ha compiuto un atto discriminatorio. Lo ha fatto in totale irragionevolezza, violando l’art. 3 della Costituzione. Ha inoltre legiferato arrogandosi un diritto che non le era consentito violando l’art.117 della Costituzione poiché è materia in cui lo Stato ( e non il Comune ) ha competenza legislativa esclusiva. si augura che il Comune di Lodi accetti la sentenza e metta la parola fine a questa triste vicenda, che è giusto si chiuda con una vittoria della solidarietà e del diritto.

Potrebbe interessarti anche