Lockdown a Natale: cosa potrebbe chiudere

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-10-15

Dopo l’ipotesi avanzata da Crisanti come potrebbe essere un ipotetico lockdown a Natale? Quali attività dovrebbero chiudere e cosa rimarrebbe aperto?

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Da quando Crisanti ieri ha avanzato l’ipotesi di un possibile lockdown a Natale la paura nei cittadini è tornata a salire: Conte ieri ha spiegato che dipende tutto dai comportamenti della comunità: «Io non faccio previsioni perNatale, faccio previsioni dellemisure più idonee, adeguate e sostenibili per prevenire un lockdown.Peròdipenderàmolto dal comportamento» degli italiani. «Questa è una partita in cui vinciamo tutti, altrimenti perdiamo tutti», ha ammonito, «non potete pensare che ci sia il governo che risolve ilproblema.E’ stata tutta la comunità nazionale che ci ha consentito di affrontare la fase più dura e ne siamo usciti vincitori. E smettiamoladi fare discorsi astratti, discussioni.Bisogna essere concreti, c’è da tutelare la salute: se cresce il numero dei contagiati nelle terapie intensive andremmo di nuovo in difficoltà. Dobbiamo arrestare questa curva e per farlo è indispensabile rispettare le regole». Tutti sperano di evitare nuove chiusure, ma se la curva dei contagi non fosse piegata cosa potrebbe chiudere? Il Messaggero spiega che in ogni caso non verranno fermate fabbriche e aziende e, se possibile, le scuole:

Tra i provvedimenti contemplati non ci sarà il lockdown nazionale, con il bloccodelle attivitàproduttive. Se l’ondata dell’epidemia aumenterà drammaticamente come in Francia, si procederàpiuttosto a strette «territoriali» e a coprifuochicittadini (dopo le21,comea Parigi) per limitare le occasioni di contagio. Contemplata anche l’adozione di ulteriori misure, cominciando a ritrosodalle riaperturedimaggio: iprimi a chiudere sarebbero i luoghi di aggregazione e di maggior “rischio contagio”, vale a dire cinema, teatri, palestre;

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poi sarebbe la volta di centri estetici e parrucchieri. Infine toccherebbe a bar e ristoranti. Gli ultimi a chiudere sarebbero i negozi. Ma nessuno stop, appunto, a fabbriche e aziende. E, per quanto possibile, alle scuole: il proseguimento dell’anno scolastico resta, al momento, «l’ultima trincea»per il governo. Giuseppe Conte però non ama «seminare allarmismo».

La sottosegretaria alla Salute Zampa oggi in un’intervista al Corriere della Sera ha spiegato: ”Non faccio il tecnico e non azzardo previsioni. Però spaventare la gente è sbagliato e io sono ottimista”, precisando  ”Sono stati distribuiti 3.175 ventilatori e altri 1.324 sono in distribuzione. Nel sistema sanitario sono entrati 33.857 nuovi operatori tra medici, infermieri e socio-sanitari, circa 4.200 le nuove borse per le scuole di specializzazione di medicina. E potrei continuare. Lo sforzo del governo è massimo però non può essere risolutivo. Il lockdown ha funzionato grazie ai sacrifici di tutti. Non chiediamo di chiudersi a casa ma di rinunciare a feste private e cerimonie, non mi sembra eccessivo. Il Cts ha lavorato senza sosta, gratuitamente, gli esperti sono stati scelti come rappresentanti di istituzioni e società scientifiche. Sono utili i contributi esterno e l’ascolto, alla fine però servono decisioni e rapidità”

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