Locatelli: «Oggi chiudono le discoteche, domani chissà»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-17

In un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera Franco Locatelli, 60 anni, che dal 22 febbraio dello scorso anno presiede il Consiglio superiore di sanità (Css) ed è membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), prefigura nuove chiusure per fronteggiare l’emergenza Coronavirus

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In un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera Franco Locatelli, 60 anni, che dal 22 febbraio dello scorso anno presiede il Consiglio superiore di sanità (Css) ed è membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), prefigura nuove chiusure per fronteggiare l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19:

Il numero di pazienti in terapia intensiva è contenuto. È atteso un rialzo?
«Non pensiamo che si possa riprodurre un’emergenza paragonabile a quella della fase uno anche perché i contagiati vengono diagnosticati precocemente per cui si prevengono le forme gravi. Per valutare l’andamento dell’epidemia dobbiamo avere una visione generale. Se il numero dei contagiati salisse in modo importante ci sarebbe per forza un carico maggiore per le strutture sanitarie. Essere messi meglio di Francia e Spagna non esclude il timore di una crescita esponenziale della curva nelle prossime due settimane. Ma non siamo alla seconda ondata».

C’è una soglia da non superare per procedere alla riapertura delle scuole?
«Nessuna soglia. Bisogna arrivare a ridosso della ripresa scolastica con il numero di casi più basso possibile. Meglio saremo messi il 14 settembre, più elevata sarà la probabilità di riprendere le lezioni senza rischi di dover poi chiudere classi o interi plessi».

franco locatelli chiusure

Dunque scuole aperte a tutti i costi?
«Sì, è fuori discussione. Il Cts ritiene prioritario garantire il distanziamento all’interno degli istituti impiegando le mascherine solo se necessario, in situazioni eccezionali e per brevi periodi. Lo sforzo, soprattutto da parte del ministero dell’Istruzione, dev’essere quello di identificare tutte le soluzioni percorribili in modo da non scaricare le responsabilità sui presidi».

Nuove restrizioni in vista?
«Il rischio non va escluso. Oggi chiudono le discoteche, domani chissà. Dipende da noi cittadini. Non continuiamo così. Abbiamo ancora dei vantaggi, sfruttiamoli»

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