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“Ha dato indicazioni di voto”, l’AgCom richiama la Rai per il monologo di Littizzetto sul Referendum

neXtQuotidiano 09/06/2022

L’Autorità ha deciso di inviare un richiamo formale alla televisione pubblica per quel monologo sul referendum del 12 giugno

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Una reprimenda sottile sotto forma di richiamo formale alla Rai, ribadendo i principi della par condicio in questa fase di scadenza elettorale. Dopo oltre una settimana di polemiche – con tanto di interrogazione parlamentare annunciata dalla Lega -, su Luciana Littizzetto e la Rai è arrivata la decisione dell’AgCom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in Italia). Nessuna sanzione, ma la richiesta di maggiore attenzione per quel che riguarda gli spazi televisivi destinati a temi di portata elettorale, come i cinque quesiti del Referendum sulla Giustizia che verrano votati domenica 12 giugno.

Littizzetto AgCom, il richiamo alla Rai per il monologo sul Referendum

Nel suo richiamo a viale Mazzini, l’AgCom ha citato la violazione della legge 28/2000, quella che – di fatto – si occupa della regolamentazione della par condicio sui media. Perché, secondo l’Autorità, quella letterina-monologo di Luciana Littizzetto a “Che Tempo Che Fa” (andata in onda domenica 29 maggio su Rai 3) ha fornito “indicazioni di voto”. E, per questo, AgCom ha ribadito come occorra seguire i corretti procedimenti indicati dalle norme correnti “affinché nei programmi di informazione venga garantito un rigoroso rispetto dei principi del pluralismo, dell’imparzialità, dell’indipendenza, della completezza, dell’obiettività e della parità di trattamento fra i diversi soggetti politici in tutto il periodo di campagna referendaria”.

Ma cosa aveva detto Luciana Littizzetto in quel monologo? Tutto è contenuto all’interno del video trasmesso in onda domenica 29 maggio su Rai 3.

 

 

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Un post condiviso da Luciana Littizzetto (@lucianinalittizzetto)

Il 12 giugno volevo andare al mare. Voi Camere chiedete a me e ad altri milioni di cittadini italiani di pronunciarci sui referendum… non uno ma cinque…E quindi volevo dirvi alcune cose che mi sgorgano dal cuore e pure da un altro organo che non ti dico…
Prima cosa: Potreste scrivere una volta nella vita una formula che si capisca? Non che come al solito per dire “no” devi votare “sì” e per dire si devi votare no. Imparate dalla Chiesa che fa le cose semplici… vuoi tu Marcello sposare la qui presente Giuditta? Sì. Non è che rispondi no e il prete dice: allora vi dichiaro marito e moglie.

Però sto giro però mi viene chiesto un parere su qualcosa che non so bene e questo parere vale.
Diciamo che so vagamente, so a spanne, so a grandi linee… Ma se devo scegliere, non so proprio un benemerito
Definito
Totalizzante
Liberatorio
Scintillante.

Custodia cautelare, legge Severino, ancora ancora, ma elezione Csm, separazione delle carriere, elezione consigli giudiziari ma che cacchio ne so? Siamo talmente scarsi in materia giuridica che abbiamo creduto per anni che Forum su Rete Quattro fosse reale e adesso dobbiamo esprimerci sull’elezione dei consigli giudiziari?
Certo, tu Stato potresti dire: “Il cittadino deve informarsi e andare a votare preparato”. Vero, ma se dobbiamo informarci su tutte le leggi che vota il Parlamento… allora aboliamo il Parlamento e facciamo votare direttamente i cittadini così risparmiamo pure gli stipendi e le pensioni dei parlamentari. Creiamo una bella piattaforma la chiamiamo piattaforma Bordeaux e il problema è risolto.

Due erano i referendum che ci stavano a cuore: l’eutanasia e le Droghe leggere. Perché in quel caso noi cittadini votavamo con la nostra coscienza. Perché di parenti o amici che stanno male o di cosa sono le canne ne sappiamo qualcosa tutti quanti.
E invece no. Dobbiamo dire la nostra su delle questioni specifiche di diritto.
A sto punto votiamo noi ma almeno aggiungete una Giuria di Qualità come a Sanremo. Va beh. Vi saluto cari amici senatrici e senatori deputati e deputrici. E sappiate che comunque, anche se ci saranno 40 gradi all’ombra, il 12 giugno io a votare ci andrò, per senso di responsabilità, per dovere civico, ma soprattutto perché è un mio diritto, e molti anni fa in parecchi ci hanno rimesso la vita perché io lo potessi esercitare. Grazie. Viva l’Italia. Ci vediamo il 12″.

Nel mirino del caso Littizzetto AgCom, dunque, la frase iniziale “volevo andare al mare” e le critiche sui tecnicismi dei quesiti (e dei temi oggetto del referendum). Nonostante la chiusura in cui invitava tutti a votare il 12 giugno.

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