L'Italia affonda e voi ballate

di Carlo Cipiciani

Pubblicato il 2014-11-25

L’Italia affonda. Intanto, un giorno sì e l’altro pure, il “mondo che conta” (politici, giornalisti e compagnia cantanti) balla. E il popolo? Se gratta. Sarà uno sproloquio semi-qualunquista, ma non è facile continaure a sopportare il tourbillon quotidiano di dichiarazioni, controdichiarazioni e contro-controdichiarazioni su articoli 18 e 19, sul’ombelico di Berlusconi e l’alluce di Salvini, …

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L’Italia affonda. Intanto, un giorno sì e l’altro pure, il “mondo che conta” (politici, giornalisti e compagnia cantanti) balla. E il popolo? Se gratta. Sarà uno sproloquio semi-qualunquista, ma non è facile continaure a sopportare il tourbillon quotidiano di dichiarazioni, controdichiarazioni e contro-controdichiarazioni su articoli 18 e 19, sul’ombelico di Berlusconi e l’alluce di Salvini, su improbabili riforme istituzionali, su pali e frasche. Mai una discussione, approfondita, sulle cose concrete. Due piccoli esempi.
Italia affonda
C’è una proposta, che gira da tempo, su un possibile prelievo progressivo su parte della differenza tra contributi versati ed assegno di pensione percepito (in pratica, un “regalo” garantito dalle vecchie regole pensionistiche) sulle pensioni di importo pari a duemila euro: un intervento che chiederebbe a solo il 10 per cento dei pensionati che hanno un reddito più alto (e che possiedono il 27 per cento del totale delle pensioni) un contributo medio pari a meno di un quarto di quanto non è giustificato dai contributi che hanno pagato. Sarebbe un intervento equo e garantirebbe circa 4,2 miliardi di euro l’anno. Ma non se ne parla.
C’é un’altra proposta, che gira da tempo, di riforma dell’IVA per contrastare l’evasione fiscale (e non solo e non tanto quella “da sopravvivenza”) con un complesso di interventi che se applicata “draconianamente” varrebbe a regime – 3 anni – oltre 40 miliardi di euro (circa 19 il primo anno). Anche applicandola in modo “soft” garantirebbe bei soldini, qualche miliardo di euro l’anno. Ma non se ne parla.
Potrebbe finanziare un sacco di cose: una riduzione dell’Irpef, o dell’Irap, senza tagliare la spesa sanitaria. Quella parte di Jobs act per una nuova tutela per chi perde il posto in sostituzione dell’iniqua cassa integrazione. Una parte di spesa sociale per infanzia e famiglie. Ma non se ne parla.
Ci sono queste, e anche altre proposte. Magari discutibili. magari da discutere. Ma non se ne parla. Si preferisce ciurlare nel manico. A destra, centro e sinistra. E in quel mare magnum che è ormai il Pd. Si preferisce ballare. Qualcuno parla ancora della Legge di Stabilità 2015?
Ballando ballando, l’Italia continua ad andare a fondo. E chissà che verrà dopo. O, se preferite, what comes neXt.

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