Massimo Franco sul Corriere della Sera ci racconta oggi di un incontro tra Luigi Di Maio e i lobbisti che il MoVimento 5 Stelle vuole scacciare dal Parlamento. L’incontro si è svolto nella sala di Palazzo Firenze, a due passi dalla Camera e dal Pantheon:
Davanti ha i punti di contatto tra multinazionali, forze politiche e opinione pubblica: rappresentanti di Enel, Vodafone, Microsoft, Confindustria, Codacons, Fastweb, 3M, fondazioni, assicurazioni, studi legali, reti di manager. Deve convincerli che il Movimento sta cambiando, si sta evolvendo. Riflette un pezzo di Italia, e sta fuori ma anche dentro il Palazzo, perché ha la pretesa di cambiarlo. «Siete ancora sulla linea del fuori i lobbisti dal Parlamento?», gli chiede alla fine Fabio Bistoncini della Fb & Associati, che ha organizzato l’incontro ravvicinato, mentre alcuni già sciamano verso il giardino interno, gli aperitivi e le tartine. E Di Maio, pacato, sorridente, risponde che «dal gennaio del 2014» ha deciso di sostenere una legge che «regolamenti la partecipazione dei gruppi di interesse alle procedure legislative». Un grillino tra i lobbisti è una novità: benché in abito grigio e cravatta, in omaggio alla poliedricità di un fenomeno trasversale anche in fatto di estetica.
L’incontro, spiega il Corriere, serve a costruire il dopo-Renzi per quello che è il candidato in pectore dei grillini alla presidenza del Consiglio:
Per intercettare la lunga marcia di avvicinamento al potere, dopo le conquiste di Roma e Torino con i sindaci Virginia Raggi e Chiara Appendino, bisogna passare anche attraverso riunioni di questo tipo: a porte chiuse, senza diaframmi. Il vicepresidente della Camera è indicato come un possibile candidato a Palazzo Chigi. E se la stagione di Matteo Renzi dovesse tramontare e gli altri partiti non riuscissero a trovare un baricentro, non si può escludere che prima o poi succeda. L’Italia del trasformismo già bussa alle porte del M5S per conoscere Di Maio; e anche quella che semplicemente è costretta a prendere atto di non poter prescindere da chi prende un terzo dei voti. Non è chiaro se colpisca di più Di Maio tra i lobbisti, o i lobbisti che lo stanno ad ascoltare per oltre un’ora. Ma si tratta comunque di un segno dei tempi.
Ilario Lombardo sulla Stampa scende ancora più nei dettagli:
In realtà, il giovane pentastellato ha dato un altro colpo di scalpello al Movimento, per plasmarlo secondo la sua idea, meno di piazza e più di palazzo. Lo ha fatto dopo essersi accodato alla campagna anti-lobby del M5S, dal 2013 a oggi, come ricordano bene alla Fb. È stato da Hebron dieci giorni fa che Di Maio ha attaccato Renzi dicendo che «lobby decotte del petrolio, dell’editoria gli stanno chiedendo il conto». E appena ieri la capogruppo Laura Castelli sulla Stampa ha parlato di una nuova lotta di classe tra i cittadini e le lobby. Eppure, nonostante tutti i proclami battaglieri, nonostante «lobby» sia la parola più in bocca ai 5 Stelle dopo «casta», Di Maio ha accettato il confronto. «E’ stata certamente un’apertura – conferma Bistoncini – Mi ha dato l’impressione di una persona che non ragiona per pregiudizi. Sa bene che i gruppi di interesse non sono tutti uguali e che quando hai ambizioni di governo non puoi non avere rapporti con le lobby».
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21 luglio 2016 at 16:19
Mi fanno tenerezza questi articoli. I giornalisti [ MI RIFERISCO ALLA MEDIA DEI GIORNALISTI ITALIANI, NON A QUELLI DI NQ] sono così abituati a cercare retropensieri che quando glielo spiattelli lì, chiaro, per quel che è, non ci arrivano. Il colore giallo non è un rosso che inciucia col verde e che si è un po’ sbiadito. Il giallo è il giallo.
Sarebbe stato interessante fare una disamina delle posizioni ufficiali degli ultimi anni sui lobbisti da parte del M5S. Lo faccio io. Il M5S sostiene e ha sempre sostenuto questo:
– i lobbisti oggi sono coloro che scrivono le leggi (ovviamente fanno solo il loro interesse a svantaggio dei cittadini)
– spesso i lobbisti arrivano a corrompere i politici
– nessuno oggi sa chi sono i lobbisti e chi sono i politici che hanno contatti con loroPertanto quale puo’ essere il giudizio su questa situazione? Negativo, mi pare ovvio.
Il M5S ha sempre sostenuto anche questo:
– la colpa della situazione attuale è dovuta alla mancanza di leggi che regolano il fenomeno, ad una politica servile nei confronti delle lobby e ad alcuni lobbisti che agiscono in modo illegale
– in tutto il mondo ci sono i lobbisti
– il lobbismo deve essere (senza eccedere) l’attività legittima che esprime gli interessi di una categoria
– l’accesso dei lobbisti in parlamento deve essere regolamentato, come nei paesi piu’ democratici
– si deve sapere chi sono i lobbisti e chi incontra chiSiccome pero’ spesso i giornali amano parlare del m5s non per quelle che sono le posizioni ufficiali ma per quello che sono i commenti dei troll, allora la semplificazione da prima elementare e’ che il m5s odia i lobbisti mentre oggi li coccola. Pernacchione ai giornalisti!
Imparate a prendere le posizioni ufficiali del M5S non dovrebbe essere difficile. Ricordo ad esempio come i giornalisti reputavano irricevibile e contorta la posizione della Raggi sulle olimpiadi. Raggi dice(va): prima valuteremo le cose piu’ urgenti, verificheremo quanto c’è in cassa e se ci sono risorse sufficienti valuteremo anche l’opzione olimpiadi. I giornalisti dicevano: non si capisce, non è chiara. E quindi traducevano in “opacità” se non proprio “niente olimpiadi con la Raggi”. La Raggi è stata eletta e sta facendo quello che aveva detto: sta verificando il reale stato delle casse ma non ha chiuso la porta alle olimpiadi e quindi farà le sue valutazioni in merito. Eh, che cosa strana!!! Come si fa a raccontarlo ai lettori, è un concetto difficilissimo!!! Solo i laureati possono capirlo!!!
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21 luglio 2016 at 19:47
Credo che “scarica-barile” sia il termine corretto. La propria incapacità e inadeguatezza è colpa dei poteri forti o delle lobby o di qualsiasi-altra-categoria… Gli incontri NON si fanno a porte chiuse: soprattutto per quanto riguarda gli esponenti di questo Movimento.
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