Attualità
L'inchiesta della procura su Virginia Raggi
Alessandro D'Amato 23/06/2016
Il Corriere: sulla sindaca non si procederà soltanto come atto dovuto. In campo anche l’Anticorruzione, al contrario di quello che diceva Di Maio.
Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera oggi racconta l’inchiesta della procura di Roma su Virginia Raggi, cominciata ufficialmente ieri con l’apertura di un fascicolo a carico di ignoti dopo le notizie sui giornali e l’esposto dell’ANLEP. L’accusa è che l’avvocato poi diventata sindaca di Roma non avrebbe compilato correttamente il relativo modulo sulla trasparenza quando era consigliere comunale. Il giorno dopo, il sabato prima del voto, Virginia Raggi si era difesa spiegando che la legge impone di comunicare gli incarichi solo quando si riceve il compenso e così pubblica la sua autocertificazione del 2015 (sopra). L’esponente 5 Stelle parlò di «ennesimo attacco montato ad arte dal Pd». Il Corriere fa sapere che, a differenza di quanto detto da Luigi Di Maio annunciando il boicottaggio di Messaggero e Repubblica, anche l’ANAC si sta muovendo:
C’è un doppio accertamento che riguarda adesso questa sua dichiarazione formale. Perché si è mossa la procura di Roma con l’avvio dell’indagine, ma anche l’Anac di Raffaele Cantone ha avviato accertamenti preliminari per stabilire la regolarità del suo comportamento. Il clamore che si è creato attorno alla vicenda, rende necessaria la verifica penale e amministrativa. Ma sembra di capire che non si procederà soltanto come atto dovuto.
Al momento il fascicolo aperto dai magistrati romani non ha ipotesi di reato, né ci sono iscrizioni nel registro degli indagati. Però è possibile che questo si renda necessario nei prossimi giorni proprio per poter svolgere controlli sulla scelta fatta dalla stessa Raggi di non dichiarare l’attività svolta per la Asl di Civitavecchia nel 2013 e 2014, ma di farlo invece per il lavoro effettuato nel 2015.
Lei continua a ripetere di essere pronta a spiegare, ieri ha fornito ulteriori giustificazioni. In Procura si sottolinea però che, svolgendo da tempo la professione di avvocato, non poteva non sapere che «le false attestazioni e le mendaci dichiarazioni sono un reato». Ecco perché le verrà chiesto di chiarire — non pubblicamente, ma prevedibilmente in un interrogatorio formale – come mai abbia deciso di seguire questa modalità, per di più diversa a seconda degli anni, nonostante si trattasse della stessa Asl.
Virginia Raggi e il libro di Marco Lillo
La storia raccontata da Lillo venerdì scorso non è per niente inedita. È invece contenuta per filo e per segno nel libro “I nuovi re di Roma”, edizioni PaperFirst, in edicola dal 26 maggio con il Fatto Quotidiano alla cifra di euro 6,50:
Non solo: per essere sicuri che non passasse inosservata, della storia il Fatto ha parlato il 25 maggio in un articolo in cui si presentava il libro:
La vicenda era cominciata ufficialmente venerdì 17 giugno quando Il Fatto, in un articolo a firma di Marco Lillo, aveva pubblicato la storia degli incarichi della Raggi con la ASL di Civitavecchia. Il giorno successivo l’ANLEP aveva portato un esposto in procura sulla vicenda. Successivamente Repubblica aveva parlato del secondo incarico della Raggi e della madre di Marta Grande, deputata grillini. In un’intervista all’Huffington Post Alfonso Sabella aveva poi previsto l’avviso di garanzia, ma lo stesso Sabella avevaridimensionato con il Fatto la portata delle sue affermazioni.