«L'avviso di garanzia a Virginia Raggi? Un atto dovuto»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-06-17

Alfonso Sabella all’HP: «Per colpa o per dolo siamo davanti all’ipotesi di reato continuato di falso ideologico in atto pubblico. La Raggi, infatti, nel 2013 e nel 2014, ha fornito due false autocerficazioni dichiarando di non aver avuto incarichi della Pubblica Amministrazione con oneri a carico della finanza pubblica». Zingaretti intanto chiede una relazione alla ASL

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Virginia Raggi “relativamente all’incarico di recupero credito dell’Asl di Civitavecchia, aveva regolarmente comunicato il detto incarico al Comune di Roma e all’Asl ed entrambi gli enti avevano pubblicato sul proprio sito la notizia di detto incarico”. È quanto afferma l’avvocato Paolo Morricone, ribadendo quanto scritto in una lettera a fine maggio scorso pubblicata sul Fatto Quotidiano, che per primo aveva parlato della vicenda. “Per quanto riguarda l’incarico di circa euro 8.000,00 (del 2012, ndr), l’avvocato Raggi ha emesso fattura nel 2014 per euro 1.878,00 a titolo di acconto, fattura pagata solo nel 2015, ragione per cui – per il noto principio della dichiarazione per cassa per i liberi professionisti – la somma entra nella dichiarazione dei redditi del 2016”.

Virginia Raggi, la Legge Severino e Alfonso Sabella

Della vicenda aveva parlato in mattinata Il Fatto Quotidiano: l’azienda sanitaria locale aveva affidato all’avvocato Raggi il compito di recuperare una somma pari a 860 mila euro. La candidata pentastellata, per le prestazioni, avrebbe incassato finora un acconto di 1.878 euro. La parcella prevede 8000 euro per il primo incarico, del luglio 2012, e 5000 per il secondo, risalente al 2014. In quest’ultimo caso, la Raggi, già consigliera al Campidoglio, ha assunto l’incarico nonostante non facesse parte dell’albo di professionisti istituito nel novembre 2012 da cui, per regolamento, bisogna scegliere i nomi dei legali a cui rivolgersi. Ma il Partito Democratico era partito all’attacco su un altro argomento: ovvero sul fatto che nella dichiarazione relativa alla situazione patrimoniale e professionale che per legge tutti gli amministratori pubblici devono presentare ogni anno, la ex consigliera capitolina oggi candidata sindaco del M5s il primo dicembre 2014 aveva negato di aver assunto incarichi e di aver percepito compensi da altri enti pubblici o privati. Esattamente sei mesi prima, il 12 luglio 2014, era stata reincaricata dalla Asl di Civitavecchia per il recupero crediti. David Ermini, Responsabile Giustizia del Pd, in merito alle polemiche sollevate per le prestazioni di Raggi alla Asl di Civitavecchia aveva detto che “la legge anticorruzione impone ai candidati di dichiarare ogni rapporto professionale con enti pubblici: un obbligo che lei ha dimenticato di adempiere. E’ una brutta storia per una candidata che vuole fare della trasparenza la propria bandiera”. La dichiarazione era però presente nel sito, ma nel 2015 con data 13 ottobre:

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La dichiarazione dell’incarico da parte di Virginia Raggi sul sito del Comune di Roma

L’avvocato della Raggi ha quindi spiegato che la discrepanza di un anno è dipesa dal principio della dichiarazione per cassa per i liberi professionisti. Attenzione, però: nella dichiarazione le caselle corrispondenti alla data di inizio e alla data di cessazione dell’incarico sono cancellate, e sopra c’è scritto: “fatt. 2014” (ovvero fatturato nel 2014) e pagato 2015. Per questo la spiegazione non regge secondo Alfonso Sabella, magistrato a Napoli e uomo del Partito Democratico a Roma: “A questo punto l’avviso di garanzia alla Raggi è un atto dovuto. Per colpa o per dolo siamo davanti all’ipotesi di reato continuato di falso ideologico in atto pubblico”, sostiene l’ex assessore capitolino alla Legalità ed eventuale capo di Gabinetto in caso di vittoria di Roberto Giachetti al ballottaggio di domenica. “Quello che mi colpisce è che la Raggi dichiara il suo incarico del 2012 solo nel 2015, cioè dopo che scoppia Mafia Capitale e dopo che, arrivato in Campidoglio, tra le prime cose che faccio c’è quella di controllare le autocertificazioni”, dice Sabella in una lunga intervista all’Huffington post. E l’altro incarico? “Non ne ho traccia”, prosegue. Dice La Raggi: l’ho dichiarato quando ho emesso fattura. “Calma- replica ancora il magistrato- Stiamo alla legge altrimenti si fa confusione. La legge e il modulo predisposto dal Comune prevedono che devi dichiarare i compensi percepiti e gli incarichi ricevuti dalla pubblica amministrazioni comunque comportanti oneri a carico della finanzia pubblica. Capito? Devi dichiarare l’incarico, non il compenso” perché “i cittadini vogliono sapere quali incarichi hai non quanto guadagni. Per questo nel modulo c’è scritto: data dell’inizio dell’incarico e quanto dura. Ebbene, la Raggi non dichiara l’incarico del 2012 né nel 2013, quando diventa consigliere comunale, né nel 2014. Ma solo nel 2015, dopo che è scoppiata Mafia Capitale e dopo che io iniziai a verificare le autocertificazioni”.
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Virginia Raggi, candidata sindaca M5S a Roma

La discesa in campo di Zingaretti

Una svista? “Tutto potrebbe essere. Ma colpa o dolo lo accerterà il giudice. A questo punto l’avviso di garanzia alla Raggi è un atto dovuto. Per colpa o per dolo siamo davanti all’ipotesi di reato continuato di falso ideologico in atto pubblico. La Raggi, infatti, nel 2013 e nel 2014, ha fornito due false autocertificazioni dichiarando di non aver avuto incarichi della Pubblica Amministrazione con oneri a carico della finanza pubblica, qual è invece l’incarico conferitole dalla Asl di Civitavecchia. Questo dal punto di vista giudiziario. Dal punto di vista politico poi… non vedo la differenza con Ignazio Marino. Anche per lui era un’indagine per quattro scontrini. Mi colpisce che un avvocato che si candida a sindaco commetta questo tipo di errori. È una vicenda politicamente molto rilevante”. Ma è eleggibile o no ai sensi della Severino? “Per me è eleggibile. Non trattandosi di reato contro la pubblica amministrazione e non essendo realisticamente ipotizzabile una pena superiore a due o tre anni di reclusione – in casi del genere la condanna è due o tre mesi – un’eventuale condanna non comporta ineleggibilità o incandidabilità”, conclude Sabella. “Io non ne sapevo nulla. Un Presidente della Regione, come è ovvio, non interviene nelle singole decisioni gestionali che spettano agli apparati amministrativi. Ma di sicuro e’ mio dovere verificare che queste scelte avvengano nel pieno rispetto dei criteri di legittimità e opportunità. Ho appena chiesto alla Asl di Civitavecchia di relazionare sulle ragioni che hanno portato ad affidare l’incarico in questione, il suo oggetto e l’importo e, cosa più importante, i risultati raggiunti dalla Asl grazie al lavoro che avrebbe dovuto essere svolto”, ha detto invece il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sentito a margine di un evento in Regione, in merito a quanto riportato oggi dal Fatto Quotidiano su due incarichi legali di recupero crediti che la candidata M5S Virginia Raggi avrebbe ottenuto nel 2012 e nel 2014 dalla Asl di Civitavecchia. Il riferimento di Zingaretti è a quanto scritto oggi da Marco Lillo sul Fatto, visto che l’incarico alla Raggi è di difficile, se non impossibile attuazione:

Lo stesso Quintavalle firma la delibera per il secondo incarico alla M5S Raggi da 5 mila euro nel 2014. Raggi dovrebbe recuperare dal nullatenente Crocchianti altri 416 mila euro pagati nel 2014 dalla Asl a un creditore di Crocchianti. Quel pagamento è frutto di un errore compiuto nel 2005 dall’azienda sanitaria e dalla Regione, che certificarono di avere un debito verso Crocchianti, in realtà inesistente. La Raggi lo sa perché c’è scritto nella delibera che le affida l’incarico. Invece di accanirsi inutilmente da avvocato contro il defunto Crocchianti, Raggi dovrebbe rimettere il mandato e suggerire ai colleghi M5S un’interpellanza a Zingaretti per capire perché nessuno finora ha pagato per questi errori.

Zingaretti ha infatti chiesto di conoscere i risultati raggiunti dalla Raggi proprio perché è pressoché impossibile recuperare quel credito per cui ha ricevuto l’incarico. In una nota intanto David Porrello, capogruppo del M5S Lazio, prova ad abbozzare una risposta a Zingaretti: “La sanità pubblica del Lazio è al collasso, hanno arrestato direttori generali e dirigenti nominati da lui, il suo ex capo di gabinetto è sotto processo per la lottizzazione del Recup, gli appalti non sanitari sono sotto la lente d’ingrandimento di Corte dei Conti e Anac ma per Zingaretti e il Pd l’unica cosa che conta è quella di conoscere i dettagli dell’incarico alla Raggi. Il presidente abusa del suo ruolo – aggiunge – solo per tentare una disperata rincorsa elettorale ma dovrebbe chiedere relazioni con la stessa solerzia anche sulle decine di incarichi esterni inutili e sugli appalti che gravano sui bilanci delle Asl che denunciamo da anni. Zingaretti naturalmente non lo fa perché sarebbe controproducente per il suo partito e per chi gli finanzia le campagne elettorali”.
 

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