Cultura e scienze

Liliana Segre parla della guerra in Ucraina: “Ho pensato ai quattro cavalieri dell’Apocalisse” | VIDEO

neXtQuotidiano 04/03/2022

La senatrice a vita Liliana Segre commenta gli accadimenti in Ucraina in occasione del convegno internazionale “Mai più genocidi, il comandamento morale dei Giusti”

article-post

“Televisioni e giornali ci riportano a qualcosa che non avremmo mai immaginato lontanamente in Europa, così vicino a noi”: Liliana Segre parla della guerra in Ucraina a Palazzo Marino a Milano, in occasione del convegno internazionale “Mai più genocidi, il comandamento morale dei Giusti”, promosso dall’associazione Gariwo, in occasione della Giornata dei Giusti dell’Umanità. Istituita in Italia nel dicembre 2017, la giornata celebra coloro che da non ebrei, senza ottenerne un vantaggio personale, hanno rischiato la vita per salvare quella di un ebreo dall’orrore dell’Olocausto. “Sentire di case distrutte, persone che piangono, muoiono – ha aggiunto la senatrice a vita Segre – mi ha fatto pensare ai cavalieri dell’apocalisse. Cosa ci manca ancora? La pandemia l‘abbiamo avuta, la guerra, l’odio, la morte, la fame”.

Liliana Segre parla della guerra in Ucraina: “Ho pensato ai quattro cavalieri dell’Apocalisse”

Tornando sul tema della giornata commenta: “I Giusti sono persone di cui ricordo le voci, i visi, il vestito modesto, l’atteggiamento tranquillo nella paura, perché si veniva fucilati se si aiutava un ebreo, si nascondeva un ebreo. Non si possono dimenticare queste persone, per loro non basta una lapide, un ritratto della loro vita, perché erano persone semplicissime, non erano i grandi eroi che passano alla storia, erano anzi e soprattutto persone che se non ci fossi io qui a ricordarle personalmente, sarebbero sparite”.

Al convegno era presente anche Laura Boldrini, presidente del Comitato permanete della Camera dei Deputati sui diritti umani nel mondo. “Non credo che le armi siano oggi la soluzione a questa crisi – ha detto –. In Ucraina c‘è un aggressore e un aggredito e a fianco dell’aggredito c’è una intera comunità internazionale. L’unico modo per mettere in sicurezza il mondo è garantire diritti umani in qualsiasi angolo del pianeta”.

Potrebbe interessarti anche