Liliana Segre: “Parto per dare la fiducia a Conte”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-01-18

“Sarò a Roma, a Palazzo Madama, per fare il mio dovere”, spiega Liliana Segre a Gad Lerner sul Fatto Quotidiano. Ecco perché il gesto della senatrice a vita e testimone vivente della Memoria dell’Olocausto non è affatto scontato

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“Sarò a Roma, a Palazzo Madama, per fare il mio dovere”.

Il “dovere” per Liliana Segre, senatrice a vita e testimone vivente della Memoria dell’Olocausto, significa votare la fiducia al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al suo governo in uno dei momenti più drammatici della storia repubblicana.  Lo farà nonostante una pandemia in corso, nonostante il suo medico le abbia fortemente consigliato di limitare gli spostamenti; nonostante i rischi per la salute a 90 anni e senza ancora un vaccino.

Liliana Segre: “Parto per dare la fiducia a Conte”

Lo racconta la stessa Segre oggi al “Fatto Quotidiano” con un’intervista esclusiva rilasciata a Gad Lerner.

“Contavo di riprendere le mie trasferte a Roma solo una volta vaccinata, ma di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile” ha spiegato. “Ho deciso di dare la mia fiducia al governo. Questa crisi politica improvvisa l’ho trovata del tutto incomprensibile. All’inizio pensavo di essere io che, con la mia profonda ingenuità di persona lontana dalle logiche partitiche, non riuscivo a penetrare il mistero. Poi però ho visto che quasi tutti, sia in Italia che all’estero, sono interdetti, increduli, spesso disgustati”.

“Non riesco ad accettare che in un tempo così difficile, in cui milioni di italiani stanno facendo enormi sacrifici e guardano con angoscia al futuro, vi siano esponenti politici che non riescono a fare il piccolo sacrificio di mettere un freno a quello che Guicciardini chiamava il particulare” ha proseguito la senatrice a vita, con esplicito riferimento a Matteo Renzi, l’uomo che, di fatto, ha aperto la crisi di governo.

Per molti si tratta di un “outing” a sorpresa da parte di una donna che si è sempre battuta contro ogni forma di estremismo, contro i rigurgiti neofascisti nel nostro Paese, senza tuttavia mai scendere in questioni partitiche o di governo.
In realtà nella scelta di Liliana Segre potrebbe aver pesato in modo decisivo lo spettro di un’ascesa al governo di quelle destre estreme e a tratti xenofobe contro cui si è sempre schierata e che ricorda ancora sedute e in silenzio glaciale, il 30 ottobre 2019, mentre il Senato le rivolgeva una standing ovation per l’approvazione della Commissione contro odio, razzismo e antisemitismo.

Il suo voto, come quello degli altri cinque senatori a vita, domani potrebbe rivelarsi decisivo.

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