Lifeline, la disumanità di Malta e quella di Toninelli

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-06-22

Il ministro delle Infrastrutture in un post su Facebook accusa La Valletta per la risposta sulla Lifeline che Malta ha inviato. Ma è sicuro di averla letta bene?

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Avevamo lasciato stamattina la Lifeline ancora in acqua con un carico di 228 naufraghi e le accuse di essere fuorilegge per la bandiera lanciate dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli e da quello dell’Interno Matteo Salvini. Lifeline aveva anche pubblicato la registrazione che le consente di battere bandiera olandese, anche se la ONG utilizza un certificato internazionale ICP per imbarcazioni da diporto che può essere usato per dimostrare la proprietà del vascello quando viaggia all’estero che però non basta come attestazione di bandiera.

Lifeline, la disumanità di Malta e quella di Toninelli

Poco fa però il ministro Toninelli ha pubblicato su Facebook la risposta di Malta alla richiesta arrivata dal governo italiano di consentire lo sbarco dei naufraghi a La Valletta: «il centro di coordinamento dei soccorsi di La Valletta ha rifiutato, con la nota ufficiale che pubblichiamo in calce, qualsiasi tipo di intervento, se non il soccorso mirato a pochi casi di prima emergenza. Per loro, infatti, come evidenziato nella lettera, quello della nave Ong è un caso post-SAR, dunque non di imminente pericolo. Assurdo, dato che stiamo parlando di una nave con un carico circa cinque volte superiore le proprie effettive capacità. Ribadisco: la Lifeline non sta navigando verso Nord, ma è ferma in acque SAR maltesi. E sta mettendo irresponsabilmente in pericolo tante vite umane. La sua presenza era stata segnalata alle autorità dell’Isola sia da Frontex che dalla Guardia Costiera italiana. I maltesi non hanno alcuna giustificazione per il loro atteggiamento. Noi non ci stiamo. E’ l’Europa che deve intervenire per rimediare alla disumanità di Malta, per salvare ora i migranti di Lifeline e in futuro per scongiurare le partenze dei barconi della morte».

lifeline toninelli

Ora, però, è necessario dare un’occhiata a quello che dice Malta. In primo luogo La Valletta fa notare che il coordinamento del soccorso alla nave è stato preso in carico da Roma:  “Malta non ha coordinato le operazioni di soccorso, né siamo l’autorità competente a farlo”, ha confermato poco fa un portavoce del governo di Malta. Nel comunicato pubblicato da Toninelli però si dice anche altro: ovvero che secondo Malta la responsabile della nave è dello Stato di cui batte bandiera. Ovvero l’Olanda.

Quanto sono disumani gli altri!

Ovvero, esattamente quello che hanno sostenuto i ministri Toninelli e Salvini nei giorni scorsi a più riprese, invitando i paesi per cui le ONG battono bandiera a coordinare i soccorsi (e prendersi i naufraghi: il punto è tutto lì). Malta ha detto a Roma che Roma ha ragione – che l’abbia o no, è un altro discorso – e il ministro italiano sostiene che a Malta siano disumani. Come è possibile tutto ciò?

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È possibile perché il punto vero non è la bandiera, ma il desiderio del governo italiano di sbolognare quella nave a Malta (o a qualsiasi altro) pur di non doversene occupare. Toninelli sta accusando di disumanità Malta perché non vuole fare quello che anche lui non vuole fare, e lo fa anche se La Valletta gli dà ragione sulla bandiera olandese. Il tutto mentre il suo collega Salvini da 24 ore vagheggia di arresti di equipaggi e sequestri di barche che non sono di sua competenza ma della magistratura. Quanto sono disumani gli altri, vero?

Leggi sull’argomento: Come il caso Lifeline rischia di scoppiare in faccia a Toninelli e Salvini

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