«L'eurozona sparirà in dieci anni»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-07-10

Emanuel Macron, ministro dell’economia in Francia, fa il punto su Atene e sulla moneta unica

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Emanuel Macron, ministro dell’economia in Francia, fa il punto su Atene e sulla moneta unica in una lunga intervista a Repubblica nella quale dice che se l’Europa non è in grado di reagire alla crisi greca l’Eurozona sparirà entro dieci anni:

«È il momento della verità perché la zona euro mette a nudo le ambiguità che furono accettate dieci anni fa».
Le ambiguità della moneta unica.
«Sì, abbiamo condiviso una moneta mentre le divergenze economiche si allargavano. Le nostre economie si sono allontanate, così come i nostri popoli. Dopo il no di Francia e Olanda alla Costituzione europea, dieci anni fa, non ci sono stati progressi significativi nell’Unione Europea. La crisi greca è il sintomo di un problema molto più profondo. Il sintomo che la zona euro non ha i mezzi per arrivare fino in fondo. Non ha creato i meccanismi di solidarietà che devono accompagnarsi a una zona monetaria. È un progetto politico che ha finito per essere solo un’area valutaria. Abbiamo messo in grande pericolo l’Eurozona. L’uscita dall’euro della Grecia non sarebbe solo un errore economico, ma anche politico. Non fare tutto il possibile perché la Grecia resti nella zona euro equivale ad accettare una retrocessione dell’Europa».
E Syriza come ha gestito il problema?
«In Francia c’è una visione romantica. Il discorso della solidarietà dev’essere accompagnato da quello della responsabilità. Dobbiamo affrontare le radici, l’origine del problema della moneta unica. Per questo ho fatto delle proposte insieme al ministro tedesco Sigmar Gabriel. Abbiamo proposto dei percorsi. Soprattutto c’è bisogno di un programma di convergenza dell’economia, del fisco, del mercato del lavoro, c’è bisogno di un modello sociale, di politiche di solidarietà».

emanuel macron

Lei preferisce un’Europa a due velocità.
«Già esiste, però io propongo un’Europa a doppio progetto, più che un’Europa a due velocità. E aggiungo che continuare come adesso nella zona euro non è possibile. Non muoversi significa accettare il fatto che fra dieci anni l’euro cesserà di esistere. Il dibattito va fatto democraticamente. Se non agiamo in fretta, la zona euro si dissolverà. O andiamo oltre o tutto verrà giù. Lo status quo e l’ambiguità ci conducono alla demolizione dell’Eurozona».
La Francia oggi esercita il peso che le spetta nell’Unione Europea?
«La Francia deve giocare un ruolo storico. Dobbiamo avanzare. Dobbiamo costruire con altri Paesi un progetto rinnovato, che vada oltre la crisi greca».
E quale dev’essere, ora, la soluzione per la Grecia?
«Un compromesso. Con riforme ambiziose da parte della Grecia, ma senza distruggere l’economia del Paese, che ha sofferto molto per colpa dell’austerità. La Grecia deve approfondire le sue riforme strutturali. Più competitività non significa più austerità. E sarà necessario alleggerire il peso del debito per non affogare l’economia greca. E anche investimenti importanti, perché saranno fondamentali per sostenere la crescita».

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