L'emergenza rifiuti prossima ventura a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-01-30

Salario e Rocca Cencia: Tmb a metà regime per guasti e disservizi. Al palo il piano industriale 2015-2018

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Mentre la politica dei selfie continua a riscuotere un certo successo, Roma rischia di ritrovarsi in una nuova emergenza rifiuti. La scorsa settimana uno dei due impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) dei rifiuti di proprietà di Cerroni è stato messo sotto sequestro perché coinvolto nell’inchiesta sui reati ambientali. La chiusura dell’impianto al Nuovo Salario è stata sospesa (doveva arrivare lo scorso ottobre) ma ovviamente attualmente non è a regime. L’impianto di Rocca Cencia è a funzionamento dimezzato. Ma di tempo, spiega il Corriere della Sera in un articolo a firma di Manuela Pilati, non ce n’è:

Pochi investimenti fino a tre anni fa, il piano industriale 2015-2018 al palo e il progetto del nuovo ecodistretto dell’ex Daniele Fortini con il direttore generale Alessandro Filippi, che guardava al futuro di una concezione dei rifiuti basata sull’economia circolare, mostrano inerzia. Eppure nell’ecodistretto di Rocca Cencia sarebbe previsto un nuovo impianto di compostaggio per i rifiuti più redditizi come l’organico e un piano per sviluppare il recupero della plasstica, che tra i rifiuti prodotti prodotti dai romani è la quantità più importante insieme a quella della carta e cartone. Quest’ultima è un quinto della spazzatura separata pronta per il riciclo. «Aumenteremo la differenziata al 70%» è la ricetta della neoassessora all’Ambiente Pinuccia Montanari, arrivata lo scorso dicembre dopo le dimissioni della Muraro indagata. Ma il passaggio dall’attuale 42,2% di differenziata al 70%, meta stabilito dalla direttiva europea della scorsa settimana, richiede due o tre anni.

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Il ciclo dei rifiuti a Roma (Corriere della Sera, 30 gennaio 2017)

Tempi infiniti per arrestare il declino e il degrado degli impianti. Inoltre Ama non ha una dirigenza stabile da 8 mesi: il direttore generale Stefano Bina scade domani, dopo la battuta d’arresto che era già arrivata con i due mesi di assenza dell’amministratore unico, quando si dimise Alessandro Solidoro a settembre scorso.«Faremo impianti digestori per i condomini» ha promesso Montanari puntando sul riciclo e recupero dell’organico, una strada per diminuire i rifiuti nei Tmb. «Ma ne servono cento e mille nelle mense e negli uffici prima di tutto» replica Roberto Scacchi di Legambiente. E mentre del piano industriale non si vede l’ombra, stride il progetto del riuso dei pannolini fatto da Montanari, ripreso da un vecchio sogno della sindaca Raggi: la tipologia del rifiuto rappresenta l’1 per mille del riciclo. Intanto ogni giorno il 96% della differenziata va ad arricchire le aziende, sì, ma fuori della capitale.

Insomma, si va verso una nuova “emergenza” di quelle create non dalle circostanze, dalla sfortuna, dal destino cinico e baro: quelle create da una politica che non decide. E intanto domani bisogna decidere sul nuovo DG: Stefano Bina, nominato in fretta e furia dall’assessorato all’epoca in cui c’era Paola Muraro, dopo il bando deve vedersela con la concorrenza dell’ex ACEA Luciano Piacenti, che ha l’appoggio dell’amministratore unico Antonella Giglio. 

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