Economia
Legge di stabilità 2017, tutte le promesse
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2016-09-11
Cosa cambia su pensioni, IRES, partite IVA, dipendenti statali e produttività
Il Corriere della Sera riepiloga oggi tutti i progetti del governo riguardo la legge di stabilità 2017. Gli interventi riguardano previdenza, imprese, statali, dipendenti, autonomi e partite IVA. Nel dettaglio:
Nel disegno di legge di Bilancio ci sarà un corposo pacchetto per chi è in pensione e per chi sta per andarci. Il costo complessivo dovrebbe essere di 2 miliardi di euro. L’Ape, l’anticipo pensionistico, consentirà di lasciare il lavoro tre anni prima del previsto ai nati tra il 1951 e il 1953. Chi deciderà di usarlo volontariamente subirà un taglio dell’assegno lordo pari al 5% per ogni anno di anticipo. Per le categorie tutelate (disoccupati, disabili e altre da definire) la penalizzazione sarà più bassa, massimo il 3% l’anno. E legata al reddito azzerando il taglio al di sotto dei 1.500 euro lordi al mese. La 14ª, l’assegno supplementare fino a 500 euro, sarà estesa a un altro milione di pensionati, alzando la soglia massima di reddito: da 750 a 1.000 euro lordi al mese. Un piccolo ritocco, il 20%, ci dovrebbe essere anche per chi la 14ª la prende già.
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Per le imprese c’è una misura già decisa per l’inizio del 2017 e che nella manovra dovrebbe essere confermata: la riduzione dal 27,5% al 24% dell’Ires, l’imposta sul reddito delle società. Rinnovo possibile anche per il super ammortamento, la possibilità di ammortizzare fiscalmente al 140% del loro valore i beni strumentali nuovi acquistati dalle aziende. La misura potrebbe essere estesa ai beni immateriali. E potrebbe prevedere una soglia ancora più alta, l’ipotesi è il 200%, per alcune categorie particolari di beni strumentali, come gli investimenti ad alto contenuto tecnologico e digitali.
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Per i dipendenti pubblici dovrebbe arrivare lo sblocco del contratto, fermo da sette anni. E un aumento delle risorse da mettere sul piatto, rispetto ai 300 milioni di euro già stanziati. Possibile che si arrivi al miliardo. Il punto è come distribuire i soldi. Il governo è intenzionato a fissare una soglia al di sopra della quale non ci saranno aumenti per lo stipendio base. Si parla di una cifra intorno agli 80 mila euro, che escluderebbe i dirigenti. Per gli altri gli aumenti non dovrebbero essere a pioggia ma legati alla produttività.
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Per i lavoratori dipendenti del settore privato saranno potenziati gli incentivi al salario di produttività, in sostanza i premi aziendali. Oggi la tassazione agevolata al 10% si applica a chi guadagna meno di 50 mila euro lordi l’anno e sui premi fino a 2 mila euro. Dal 2017 dovrebbero salire tutte e due le asticelle, comprendendo i redditi fino a 80 mila euro lordi l’anno e i premi fino a 5 mila euro. Allo stesso tempo si alzerà il piede dall’acceleratore sugli sconti ai contributi per i nuovi contratti stabili, quelli a tutele crescenti: nel 2015 lo sconto era il 100% per 36 mesi, nel 2016 il 40% per 24 mesi. Nel 2017 potrebbe scendere al 20% per 12 mesi.
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Un pacchetto di interventi dovrebbe riguardare anche i lavoratori autonomi. Per le partite Iva non iscritte alla gestione separata dell’Inps, e che non fanno parte di un ordine professionale, ci saranno due punti in meno di aliquota contributiva: dal 27 al 25%. Da sottolineare che senza un nuovo intervento la stessa aliquota salirebbe al 33%, per effetto di una norma contenuta nella riforma Fornero che prevedeva un aumento progressivo nel tempo. La misura dovrebbe riguardare circa mezzo milione di persone. Allo stesso tempo, però, dovrebbe salire il contributo per le spese assistenziali, che copre dalla malattia alla maternità. Dallo 0,72% di adesso si dovrebbe passare all’1%, forse all’1,25%.