La Lega rinvia gli stati generali dopo il decreto sul Super Green Pass “per garantire a tutti di partecipare”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-25

L’assemblea generale della Lega, inizialmente prevista per l’11 e il 12 dicembre, è rinviata a data da destinarsi: l’introduzione del nuovo Super Green Pass impedirebbe la partecipazione ai membri del partito non vaccinati

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L’entrata in vigore del nuovo “Super Green Pass” a partire dal 6 dicembre costringe la Lega a cambiare i piani e rinviare l’assemblea programmatica che il Carroccio aveva inizialmente fissato per l’11 e il 12 dicembre. “L’evento – riferiscono fonti del partito – è rinviato per garantire a tutte le persone invitate la possibilità di partecipare. È una scelta di rispetto, in particolare per militanti e amministratori locali, alla luce delle decisioni del governo”. Gli stati generali si terranno quindi in una data ancora da stabilire: il nuovo decreto, che ha visto l’unanimità del Consiglio dei Ministri – nel quale siedono anche diversi leghisti – impedisce a chi non è vaccinato di partecipare a spettacoli, eventi sportivi, ristorazione al chiuso, feste, discoteche e cerimonie pubbliche, come appunto l’assemblea della Lega.

Le posizioni della Lega sul Green Pass

Evento che comunque sarebbe risultato fuori luogo vista la rapida risalita dei contagi in quella che ormai si può considerare la quarta ondata di Covid. La necessità di farlo slittare – probabilmente oltre la data attualmente fissata per il nuovo decreto, il 15 gennaio – lascia intendere che molte personalità all’interno del partito non siano vaccinate. La Lega, insieme a Fratelli d’Italia, è stata la forza politica che si opposta più fermamente a chi non avesse aderito alla campagna. Rispetto a luglio, quando Salvini definì “una cazzata pazzesca” la distinzione tra vaccinati e non, il Carroccio ha fatto diversi passi verso la linea governativa, sposata dai presidenti di Regione (in particolare Luca Zaia e Attilio Fontana) e dal ministro Giancarlo Giorgetti. Prima il voto favorevole al Green Pass semplice, poi l’ok all’obbligo di certificato verde sui luoghi di lavoro, fino all’unanimità sul Super Green Pass, con quest’ultimo che si è rivelato un autogol vista l’imminenza degli stati generali.

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