Dalla leadership ai collegi: tutte le grane del centrodestra ‘unito’ che si dice pronto a governare

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-07-23

Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia pregustano la vittoria alle elezioni: ma la coalizione di centrodestra, capace di alcuni recenti disastri politici, non è “unita” come vuole far credere

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La coalizione di centrodestra formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, capace di produrre disastri politici come la candidatura congiunta a sindaco di Roma di Enrico Michetti, apparso subito inadeguato e battuto dal dem Gualtieri, oppure la spaccatura Sboarina-Tosi a Bologna che ha consegnato le chiavi di Verona a Damiano Tommasi, o ancora il semplice fatto di chiamarsi “coalizione” stando però per due terzi al governo e per un terzo all’opposizione, ora è chiamata all’unità in vista delle elezioni del 25 settembre. Le ha invocate per mesi Giorgia Meloni, le hanno scelte strategicamente Salvini e Berlusconi negando la fiducia al governo Draghi.

A chi spetta la leadership nella coalizione di centrodestra

Un accordo tra i tre leader – che si vedranno in un vertice istituzionale all’inizio della prossima settimana – stabilisce che la leadership (e quindi l’indicazione del prossimo presidente del Consiglio) sarà decisa dagli italiani: chi alle urne raccoglie più voti avrà l’onere di scegliere chi mettere a Palazzo Chigi. E stando agli ultimi sondaggi la decisione sarà in capo a Meloni, che punta ad essere la prima donna premier in Italia. Per Salvini sembra non ci siano problemi in merito, come ribadito ieri in un tweet, mentre da Forza Italia il coordinatore nazionale Antonio Tajani frena in un’intervista a Repubblica: “Per ora è importante rafforzare la coalizione, avere un progetto per gli italiani, poi si vedranno quali saranno le regole. Prima bisogna vincere, avere una squadra forte e un buon allenamento. Poi chi alzerà la coppa, si vedrà”.


Secondo il Messaggero gli azzurri non vorrebbero porre alcun veto, ma avrebbero espresso scetticismo verso l’ipotesi Meloni premier, perché farebbe oscurerebbe la parte moderata della coalizione, rappresentata appunto da Forza Italia. Sull’argomento la leader di Fratelli d’Italia però taglia corto: “Questa regola ha sempre funzionato: chi vince governa. Non abbiamo nemmeno il tempo di cambiarla”, dice in un’intervista a La Stampa.

Meloni: “Se governo a guida FdI sull’Ucraina prevarrà la mia linea”

E quando le viene chiesto di possibili grane su argomenti che la dividono da Salvini e Berlusconi, come la guerra in Ucraina, tema sul quale Meloni si è mostrata molto più netta nel condannare la Russia, risponde: “La politica estera di un governo a guida Fratelli d’Italia resterà quella di oggi. Per me è una condizione. E non credo che gli altri vogliano metterla in discussione. Se noi non mandiamo le armi, l’Occidente le continuerà a mandare, e ci considereranno un Paese poco serio. Il  problema sarà nostro. Bisogna essere lucidi: non possiamo pensare di essere neutrali senza conseguenze”.

Il nodo sui collegi uninominali

Parla immaginando già di essere incoronata vincitrice delle prossime elezioni, ma in vista della chiamata alle urne c’è già un primo problema da affrontare con gli “alleati”: l’assegnazione dei collegi, che Forza Italia vorrebbe tripartita perfettamente al 33% dei posti negli uninominali. La posizione di Fratelli d’Italia è chiara: oggi il partito vale da solo circa il 50% della coalizione, e quindi chiede più spazio. Nel centrodestra si litiga già, e la campagna elettorale è iniziata da appena due giorni.

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