Le tremila corse tagliate da ATAC

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-09-06

La riprogrammazione delle linee mette in ginocchio la rete dei collegamenti. Dal Centro alla periferia vetture prese d’assalto. In tilt le paline elettroniche

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Per fortuna che c’è il M5S a occuparsi della trasparenza a Roma. Ieri infatti i cittadini romani hanno potuto apprezzare con quanta competenza l’assessora Linda Meleo e il presidente della commissione Trasporti del Campidoglio Enrico Stefàno si stiano muovendo per migliorare l’amaro destino dei cittadini romani che devono avere a che fare con ATAC: centinaia di corse di autobus e tram soppresse, ovvero 2728 come spiega oggi il Messaggero: una serie di guasti e ritardi che hanno fatto infuriare gli utenti, 762 corse soppresse nel I municipio a partire dal capolinea di Piazza Venezia con 44 passaggi eliminati dalla lista.

Per il II municipio sono 273 le corse soppresse. Nella classifica dei municipi più colpiti c’è anche il IX con 248 tagli; il VII (196); il III (175); il V (142); il XIII (111) e il XII con ben 107 corse eliminate. Nell’elenco non manca il X Municipio, Ostia, con 185 orari cancellati dalla programmazione. A tutto questo si aggiunge anche il taglio dei turni degli autisti. Ieri del 10 per cento. Più di 500 conducenti sono rimasti fermi ai box per carenza di mezzi. Insomma un lunedì nero non solo per i romani. L’avvio del nuovo modello di trasparenza ha portato l’Atac ad annunciare ieri mattina anche una serie di disfunzioni sul servizio di superficie, con linee di bus soppresseeritardipertuttalamattinata. SCARSAINFORMAZIONE Il sito Muoversi.Roma.it e’ stato offline per ore «a causa di un intenso traffico di dati».

TREMILA CORSE ELIMINATE DA ATAC
E l’assessora ai trasporti Linda Meleo? Ieri su Facebook ha cercato di dare tutta la colpa a Rettighieri, dimenticando ancora di farci sapere se è vero che allo stesso Rettighieri ha chiesto conto dello spostamento di un attivista grillino e cugino di assessora municipale M5S: Federico Chiovelli. Un nome che l’assessora non ha ancora pubblicamente pronunciato. Alla faccia della trasparenza e di quegli scemi che ci credevano. Ma dagli ex vertici di ATAC rispondono ricordando un’altra grande decisione dell’assessora silente:

Da fine luglio non arrivano materiali nelle officine. E dopo un mese e mezzo le scorte si sono esaurite. Risultato: i meccanici interni non sanno più come intervenire. E lasciano le navette ferme in garage. La paralisi si sarebbe potuta evitare? Forse sì. Almeno ne era convinto l’ex direttore generale di Atac, Marco Rettighieri. «Per avere liquidità, bastava sbloccare il piano di dismissione degli immobili non strumentali», ha detto la settimana scorsa nella conferenza stampa d’addio. Un’operazione che avrebbe potuto portare nelle casse dell’azienda fino a «160 milioni di euro», come si legge nella relazione del 24 giugno. Solo attraverso l’alienazione di cinque immobili dismessi, prevista dal piano industriale 2015-2019, sarebbero arrivati 98,2 milioni. Ma la giunta M5S ha bloccato tutto. E starà alla nuova governance trovare alternative in grado di rimettere in sesto il servizio di superficie.

Leggi sull’argomento: L’operazione verità del M5S su ATAC

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