Fact checking
Perché le proposte di Salvini sull'immigrazione sono inutili
Giovanni Drogo 21/04/2015
La Lega ha sempre fatto della lotta all’immigrazione il centro della sua azione politica, ma cosa ha fatto in concreto? Nulla. Le soluzioni inutili di Matteo Salvini per “fermare l’invasione” continuano la tradizione delle sparate leghiste al solo scopo elettorale
È primavera e Matteo Salvini ha una smodata voglia di ruspa, per poter fare piazza pulita di tutti i Rom. Ma soprattutto sono giorni intensi di campagna elettorale e il prode difensore della Padania e dell’Italia tutta sente nell’aria che all’elettore della nuova Lega viene ancora duro se si usa il vecchio refrain “padroni a casa nostra”. Il nuovo corso della Lega è caratterizzato infatti da una ritrovata voglia di sentirsi italiani ma a discapito di altri (Rom, immigrati, rifugiati politici, elettori del PD). Una volta l’elettore leghista doveva sentirsi padano ma ora questo non basta più, a Salvini la Padania sta stretta come le sue felpe troppo attillate e le accuse di razzismo che gli vengono mosse da più parti ogni volta che apre bocca.
SALVINI E IL BLOCCO NAVALE
All’indomani della strage di migranti nel Canale di Sicilia Matteo Salvini ha lasciato da parte l’umana pietà per le vittime (ma non la retorica) per incolpare immediatamente il buonismo del Governo che non fa nulla per fermare l’invasione che stiamo subendo. La soluzione? Il blocco navale davanti alle coste libiche per impedire ai barconi carichi di migranti di arrivare in Italia. Questa soluzione non è dissimile dalla proposta di radere al suolo i campi Rom con le ruspe e ieri abbiamo spiegato perché non può funzionare.
Ma ad onor del vero era un po’ che Salvini aveva iniziato a parlare di blocchi, appena un paio di giorni prima dell’affondamento del barcone con quasi un migliaio di migranti a bordo aveva infatti scritto un post molto simile:
Le belle parole di Salvini vanno bene giusto finché è all’opposizione perché non tengono conto del fatto che per poter mettere in atto un blocco navale è necessario in primo luogo mettersi d’accordo con il Governo libico (che al momento non ha il completo controllo del territorio). Inoltre il buon Matteo finge di dimenticare che coloro che si imbarcano in Libia sono arrivati in Libia da altri paesi africani (o del medio oriente) e impedire loro di imbarcarsi e partire non risolverà il problema di queste persone. Per un qualche periodo di tempo saranno costretti a rimanere all’interno dei centri di detenzione/lager libici poi in qualche modo troveranno il sistema per arrivare alla terra promessa.
Anche pensare che siamo soli in questa “battaglia” è frutto di una narrativa che distorce la realtà. Certo, l’Italia in quanto paese di frontiera è in prima linea nell’accoglienza dei rifugiati ma anche gli altri paesi europei stanno facendo la loro parte.
Nel frattempo ogni strage, ogni morto è buono per Salvini per poter proporre la sua soluzione. Dieci anni fa la Lega voleva chiudere le frontiere del Nord ai “terroni”, era l’unica soluzione leghista ai problemi italiani.
Oggi la nuova lega si accontenta di chiudere le frontiere italiane. Fra dieci anni Salvini sarà in Libia o in Nigeria ad inaugurare le nuove sedi di Noi con Salvini.
SALVINI E I CENTRI DI IDENTIFICAZIONE
Altra proposta salviniana, istituire dei centri di identificazione in Nord Africa per controllare direttamente sul posto chi ha diritto ad un ingresso in Europa e in Italia in quanto rifugiato e chi invece non può entrare nel nostro Paese perché immigrato clandestino.
Su questa proposta, avanzata anche da Grillo sul blog qualche giorno fa, Salvini ha in parte ragione. Non ci sono sufficienti metodi legali per consentire ai rifugiati un accesso regolare in Europa e quindi coloro che avrebbero diritto all’asilo sono costretti a mettersi nelle mani degli scafisti e delle mafie che si occupano del traffico di esseri umani. Il problema è che per aprire degli uffici nelle zone di imbarco o di partenza dei rifugiati è necessario che la situazione politica sia sufficientemente stabile da consentire al personale italiano (o dell’ONU, o europeo) di operare in sicurezza.Purtroppo però spesso accade che nelle zone calde le ambasciate e le rappresentanze diplomatiche dei paesi occidentali vengano fatte evacuare per mettere in salvo i dipendenti. Ancora una volta Salvini fa i conti senza l’oste e semplicemente sposta il problema più in là nel tempo. Nel frattempo, finché in Libia non ci sarà un Governo stabile, finché in Siria non sarà possibile per i richiedenti asilo rivolgersi all’ambasciata italiana (che è chiusa dal 2012) che soluzione offre il leader della Lega?
SALVINI E IL MILIARDO DI AFRICANI
Altro post per spaventare gli elettori e farli correre sotto la felpona di Matteo è quello sul pericolo dell’invasione da parte di un miliardo di africani. Secondo Matteo infatti questo è il numero di coloro disposti a venire in Europa, e se venissero, ci chiede, dove li metteremmo? E soprattutto, che fine faremmo noi poveri europei (ed italiani)?
Naturalmente Salvini non fornisce dati, non dice dove ha preso l’esorbitante cifra (probabilmente su Wikipedia dove infatti viene riportato che il continente africano ha una popolazione di 1,1 miliardi di abitanti). Pensare quindi che un intero continente prima o poi verrà in Italia è qualcosa che non è razzista, è semplicemente malafede e demagogia. Non considera Salvini che in Africa ci sono persone che hanno un lavoro e che vivono in modo dignitoso, persone che non hanno i soldi per poter intraprendere il viaggio o che semplicemente non hanno alcun interesse a venire in Italia. Se si guardano i flussi migratori si vede in modo chiaro come, rispetto alla totalità del continente africano, solo una componente minoritaria sia in fuga verso l’Europa, non ci sono le basi per sostenere che un cittadino del Sud-Africa abbia una qualche necessità di venire ad “invaderci”.
Ci sono persone che dall’Africa non scappano perché sono semplicemente “in difficoltà” (che è un modo po’ furbo per far pensare agli italiani “che non arrivano a fine mese”) ma che scappano dalla persecuzioni politiche e religiose. Ma questo il popolo leghista sembra non riuscire a capirlo:
E intanto Matteo, che ha capito l’andazzo (del resto non ci vuole un fine analista per capire cosa pensa l’elettorato leghista) ritorna sul vecchio ritornello del rischio apartheid per gli italiani
Viene quasi da chiedersi cosa abbia fatto la Lega quando era al Governo in materia di immigrazione. Introduzione del reato di clandestinità e Legge Bossi-Fini se le ricorda qualcuno?