Tutte le crepe alla base del MoVimento 5 Stelle di Roma

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-12-28

Alcuni attivisti del M5S romano vogliono organizzare un’assemblea della base ma l’idea non piace ai fans di Roberta Lombardi. Tra litigi e insulti emerge ancora una volta come il MoVimento romano sia spaccato al suo interno e come la democrazia partecipata sia solo una pia illusione

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Il MoVimento 5 Stelle di Roma è fermo? Non stiamo parlando dell’azione politica della giunta e dei vari municipi governati dal M5S ma del ruolo della base. Una lettura dei fatti racconta che gli attivisti pentastellati siano quella parte di MoVimento che ha contribuito in questi anni a creare i presupposti per il successo alle amministrative 2016. Lasciamo perdere per un momento il ruolo di Grillo, di Casaleggio e le colpe delle precedenti amministrazioni e facciamo finta che sia vero, se non del tutto almeno in parte. Una parte di quella base vorrebbe riunirsi in Assemblea, in modo da dare nuova vita al concetto cardine di “democrazia partecipata” che è un dei valori fondanti del MoVimento.
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L’assemblea romana del M5S, ma solo per alcuni

Già di per sé la richiesta è problematica: a livello nazionale gli iscritti del M5S non sono mai stati convocati a prendere parte ad un’assemblea vera e propria (di quelle, per intenderci, dove chi partecipa ha diritto di parola e non solo di voto). A livello locale le cose si svolgono diversamente, quasi che la questione sia di poco interesse per i vertici del M5S, ma con la costante mancanza di “ufficialità”. Non fa eccezione la nuova proposta di assemblea dei “Grilli romani” organizzata su uno dei Meetup storici del M5S capitolino che già negli intenti vorrebbe essere – come scrivono alcuni – No Logo, ovvero senza l’utilizzo dei simboli e del marchio del MoVimento. Tutto è iniziato con una semplice proposta lanciata da Barbara Guidi Spinelli, gli attivisti romani non si incontrano da molto tempo (l’ultima assemblea risale al 2013) ed è il momento di organizzare un’assemblea in modo da poter consentire agli attivisti di dialogare con i portavoce eletti al consiglio comunale e nei vari consigli municipale e soprattutto potersi confrontare sui lavori dei differenti gruppi tematici (o tavoli di lavoro) che costituiscono la spina dorsale dell’attivismo a Cinque Stelle.
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Più facile a dirsi che a farsi, e non solo perché bisogna trovare un posto abbastanza capiente per poter accogliere tutti gli attivisti ma anche perché ormai lo strumento del MeetUp pare svuotato di ogni sua ragion d’essere dal momento che i vertici del M5S hanno deciso di trasferire la totalità delle funzioni su piattaforme “proprietarie” come Rousseau o Facebook. Sono stati infatti chiusi diversi punti d’incontro come roma5stelle.com,  roma5stelle.it/forum, o il meetup lazio5stelle mentre ne sono stati aperti uno per ciascun municipio frammentando così l’unità del MoVimento e creando i presupposti per una certa incomunicabilità tra i diversi ingranaggi.
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Da qui quindi la decisione, per non incorrere in scomuniche, di organizzare un assemblea “no logo”, il che di certo contribuisce a rendere paradossale l’idea che l’assemblea degli iscritti ad un partito politico si debba tenere in maniera informale ovvero senza che vi sia alcuna ufficialità. Anche perché solo i portavoce possono organizzare un’assemblea con il logo, e siccome questa è organizzata “dal basso” per forza di cose non potrà averlo. Cosa ancora più assurda è il fatto che a questa assemblea “no logo” dovrebbero intervenire anche i cosiddetti portavoce, ovvero gli eletti del MoVimento a livello comunale e municipale. Problema viene aggirato dicendo che in ogni caso a dover parlare dal palco saranno gli attivisti e non i portavoce che allora, viene da chiedersi, cosa ci andrebbero a fare? E soprattutto che senso ha – politicamente – aprire l’assemblea ai soli iscritti ai vari Meetup? Naturalmente è un modo per certificare l’attivismo di chi parteciperà senza dover ricorrere al patentino del Blog di Grillo. Il che è di nuovo un controsenso perché così facendo ci si mette al di fuori delle regole del partito. Ma non è questo l’unico né il principale problema di un’assemblea siffatta perché quello che emerge spulciando la discussione è una certa divisione o spaccatura in seno al M5S romano. Dell’esistenza di molte anime nel MoVimento della Capitale si sa già da diverso tempo, ad esempio diversi attivisti (e consiglieri municipali) sono vicini alla deputata Roberta Lombardi che a partire dalle critiche alla nomina di Raffaele Marra sta conducendo una guerra (non solo di nervi) contro Virginia Raggi e anche contro Daniele Frongia. E non a caso tempo fa proprio la Lombardi era stata protagonista della chiusura temporanea di un forum romano per “problemi di democrazia interna”.
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La mia assemblea è più assemblea della tua!

Ad un certo punto nella discussione interviene Francesca De Vito, sorella del Presidente del Consiglio Comunale Marcello De Vito nonché storica attivista romana, che certifica con il suo commento l’esistenza di un altro gruppo di attivisti impegnato nell’organizzazione di un’assemblea generale romana. Anche la De Vito, così come chi l’ha preceduta nei commenti, lamenta l’esistenza di piattaforme che “appartengono a qualcuno che non le smolla”. Per lei però la soluzione è diversa, invece che “ridare centralità ai meetup” è necessario elaborare una nuova piattaforma di discussione. Piattaforma che, guarda caso, lei ha già iniziato a realizzare.
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Leggendo su Facebook un post della De Vito che il 19 dicembre metteva in luce il problema del MoVimento romano “ammutolito” e della proliferazione di MeetUp e pagine che hanno favorito la frammentazione della base in correnti e correntine sembra quasi di leggere una di quelle disamine tanto care al vecchio P.C.I. ed è forse proprio questo che dà fastidio alla De Vito che già qualche tempo fa aveva accusato l’allora vicesindaco Daniele Frongia e la Raggi di fare le nomine applicando lo stesso metodo dei “vecchi partiti”. E forse le correnti interne sono venute in mente a qualcuno se la De Vito ad un certo punto si è sentita in dovere di smentire l’esistenza di una corrente “devitiana” in procinto di organizzare un’assemblea contro la Sindaca.
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L’assemblea romana, se e quando si farà non sarà un processo contro Virginia Raggi e tanto meno un congresso (del resto, senza logo è difficile) ma di un confronto tra quelle che indubbiamente possiamo definire le diverse “anime” del MoVimento (che non sono solo coloro che stanno con la Lombardi o con Frongia).


A quanto pare esiste un MeetUp “gestito e di proprietà di un portavoce” come scrive la De Vito dopo aver mandato “affanculo” uno degli organizzatori dell’assemblea sancendo in questo modo la sua uscita dall’organizzazione dell’assemblea. C’è più che un sospetto quindi che ai “lombardiani/devitiani” la cosa non piaccia molto e che quindi anche l’assemblea – che secondo gli organizzatori dovrebbe tenersi tra la metà di gennaio e i primi di febbraio – non sarà quel momento unificatore della base del MoVimento anzi potrebbe segnare la nascita ufficiosa (se ci fosse il “logo” sarebbe ufficiale) di un’altra corrente del MoVimento 5 Stelle romano e questo non è dato di capire in che modo – seppur dal basso – potrebbe aiutare il M5S o gli attivisti ad essere più partecipi. Il dubbio è quindi che qualcuno, con il pretesto di contare gli attivisti che sostengono la Raggi voglia vedere quanto “pesa” il suo gruppo. Ancora non è spaccatura, ma di sicuro alla base del MoVimento si vedono già parecchie crepe.

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