Lavoratori da sette euro l'ora

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-01

«Working poor»: l’esercito di italiani che hanno un posto ma guadagnano meno di 6,9 euro l’ora

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Si chiamano «working poor», costituiscono l’esercito di italiani che ha un posto ma guadagna meno di 6,9 euro l’ora e oggi la Stampa dedica loro un lunghissimo ritratto a firma di Giovanni Boggero. Sono tanti e sono in crescita: oggi sono l’11,7% del totale degli occupati, ma si arriva al 15% per gli autonomi. In tutto 756mila persone:

«I working poor sono prevalentemente i lavoratori meno qualificati, con bassi livelli di istruzione e occupati in settori a bassi salari. A differenza del passato, ora tale fenomeno riguardaanche lavoratori autonomi con dipendentie i lavoratori più istruiti» spiega la dottoressa Silvia Spattini, ricercatricedel centro studi Adapt. Artigiani, commercianti,architetti: rischiano tutti.

L’infografica della fondazione David Hume sui working poor

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Working poor: i lavoratori da sette euro l’ora (infografica David Hume per La Stampa)

La rivista delle politiche sociali dell’Università di Padova ha pubblicato qualche tempo fa uno studio sui working poor.

Il fenomeno dei working poor è esploso dapprima negli Usa e sta interessando di recente molti paesi europei, pur con significative eccezioni come la Svezia, dove i tassi di povertà al lavoro sono insignificanti e i Paesi Bassi, dove il tasso di working poor è in costante decrescita (Eurofound,2010). L’insorgere del fenomeno è imputabile a diverse cause,alcune legate all’evoluzione del mercato del lavoro, altre a cambiamentiistituzionali. Tra le prime rientrano i cambiamenti tecnologicidella struttura produttiva che hanno favorito la domanda di lavoratoriqualificati rispetto a quelli non qualificati (il cosiddetto Skill-BiasedTechnological Change), la delocalizzazione del lavoro nei paesi in via disviluppo che può avere comportato una riduzione dei salari dei lavoratorimeno qualificati in Europa, i fenomeni migratori che possonoaver ridotto il salario dei lavoratori nativi poco qualificati. Tra i cambiamentiistituzionali rientrano certamente le riforme di liberalizzazionedel mercato del lavoro che hanno determinato il peggioramentodella qualità delle posizioni lavorative ma anche l’indebolimento delpotere contrattuale dei sindacati e il minor ricorso alla contrattazionecentralizzata che possono aver avuto ripercussioni negative sui salariin genere, ma soprattutto sulla coda sinistra della distribuzione dei salari

Nove infografiche sui working poor della Rivista delle Politiche Sociali

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