Laura Boldrini e la strana giustificazione per la prenotazione del parrucchiere affidata all’assistente

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-25

Laura Boldrini dopo la risposta fornita ieri al Fatto Quotidiano oggi in un’intervista a Repubblica ritorna sulla storia della sua assistente e della sua colf. Raccontando che esigenze personali come la prenotazione del parrucchiere erano affidate all’assistente Roberta perchè lei è una donna sola

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Laura Boldrini dopo la risposta fornita ieri al Fatto Quotidiano oggi in un’intervista a Repubblica ritorna sulla storia della sua assistente e della sua colf che l’hanno accusata la prima per un ritardo sulla liquidazione e l’altra anche per essersi vista negare lo smart working pur avendo tre figli. Oggi la deputata Dem spiega che badare ad alcune esigenze personali come la prenotazione del parrucchiere erano incombenze che Roberta, l’assistente, sapeva dover coprire a volte. Boldrini racconta che per lei sarebbe stato difficile avendo una tutela e non potendosi muovere liberamente:

Laura Boldrini risposta fatto colf
Foto IPP/Maurilio Boldrini/Andrea Giachi

Quando ha chiesto di poter proseguire con lo smart working?
«A maggio. Voleva lavorare ancora da casa, perché era insorto un problema con il figlio. Le ho fatto presente che sarebbe stato complicato vista la complessità del lavoro da svolgere. Il mio ufficio ha ritmi serrati, avevo bisogno che fosse presente a Roma almeno alcuni giorni. Roberta ha capito. Abbiamo deciso di dividere le nostre strade. Ci siamo salutate con un abbraccio commosso».

Roberta ora racconta un’altra storia.
«Sono colpita e dispiaciuta dal suo risentimento».

Lei le ha chiesto di andare in farmacia e di ritirare le giacche dal sarto?
«Sì, ma era nei patti. Sapeva che avevo anche delle esigenze personali»

Roberta sostiene il contrario.
«Con me non si è mai lamentata. Vivo sola, mia figlia è all’estero, non mi muovo in autonomia avendo una tutela».

Anche sul compito di far prenotare il parrucchiere all’assistente aveva risposto ieri Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano: “Il rapporto di lavoro con la colf è terminato 10 mesi fa – replica la Lucarelli – risulta dunque poco realistico che in tutto questo tempo non sia stato possibile contattare il commercialista del Caf e che la ex collaboratrice domestica si sia dovuta rivolgere a un avvocato, sebbene la si stesse cercando da quasi un anno”. Quanto all’ex collaboratrice parlamentare Roberta, “è vero che gli accordi economici iniziali con lei erano quelli, ma è anche vero che la pandemia, la malattia del figlio e, semplicemente, un po’ di empatia per una condizione di difficoltà economica di una lavoratrice madre di tre figli avrebbero potuto comportare un adeguamento almeno per il rimborso delle spese. Inoltre, se è vero che gli accordi sullo stipendio erano quelli, forse non era altrettanto chiaro fin dall’inizio che tra le mansioni richieste a una collaboratrice parlamentare potessero esservi anche la prenotazione di parrucchieri e il ritiro abiti in lavanderia”

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