L'astensionismo: unico vero vincitore delle elezioni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-06-02

Pagnoncelli sul Corriere spiega perché i partiti non spostano più i voti

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Secondo Nando Pagnoncelli, che ne scrive sul Corriere, è l’astensionismo il vero vincitore delle elezioni regionali. E il sondaggista spiega che l’aumento è dovuto anche agli scandali e all’incapacità della politica di rispondere attivamente a questo tipo di situazioni:

Sono molti i temi che possono aver influenzato l’ulteriore avanzata dell’astensionismo, in un contesto elettorale molto fluido:
1) la fine della luna di miele nei confronti di Renzi e del suo governo può avere alimentato la disillusione e la convinzione che non vi siano alternative;
2) i conflitti all’interno dei partiti, basti pensare alla vicenda Cofferati in Liguria o Fitto in Puglia: da sempre la scarsa coesione delle forze politiche allontana gli elettori;
3) la mancanza di un partito e di un leader di riferimento condiviso nel centrodestra;
4) il tema degli «impresentabili».
E, sullo sfondo, gli scandali: da Expo e Mose, da Mafia Capitale alle grandi opere,hanno toccato molti partiti suscitando l’indignazione di tanti elettori e il loro distacco. Da ultimo la data delle elezioni coincideva con l’unico ponte di primavera. L’astensione è un fenomeno largamente diffuso nelle principali democrazie occidentali. La conseguenza principale è costituita dal limitato consenso ai vincitori che, in prospettiva, può frenare la loro politica di riforme. Giovanni Toti è stato votato da meno di un ligure su cinque. Nelle restanti regioni il vincitore è stato votato da una quota compresa tra un quarto e un quinto degli elettori. È davvero difficile immaginare politiche coraggiose (e impopolari) quando non si è stati votati dal 75%-80% degli elettori.

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Il computo dei voti persi alle elezioni regionali (Corriere della Sera, 2 giugno 2015)

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