L'Articolo 18 e la pericolosa mediazione che il governo ha regalato alla minoranza Pd

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2014-10-01

Il reintegro per i licenziamenti disciplinari sotto la lente. Con una sorpresa

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Matteo Renzi ha giocato d’anticipo durante la Direzione PD, concedendo alla minoranza una “vittoria” sul reintegro per i licenziamenti disciplinari. Giudicata insufficiente, visto che l’opposizione interna non ha ritirato gli emendamenti al Jobs Act, ma comunque significativa: ferme restandole garanzie per i licenziamenti discriminatori, tutta la partita è giocata sulla delegada assegnare al governo, stabilendo con precisione quali siano le fattispecie per cui, in caso di licenziamento disciplinare, sia previsto il diritto al reintegro. Spiega il Corriere:

Ma quanto peserebbe l’emendamento del governo sull’intera partita dell’articolo 18? Sui licenziamenti disciplinari non ci sono numeri precisi perché i dati non vengono raccolti a livello centrale. Bisogna ripiegare sulle valutazioni degli addetti ai lavori: «Le evidenze- osserva l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero – ci dicono che i licenziamenti disciplinari sono più numerosi di quellieconomici», che nei primi sei mesi di quest’anno sono stati 8.537. «Le stesse evidenze – aggiunge Fornero – dicono pure che, in caso di ricorso alla magistratura,i licenziamenti disciplinari danno luogo ad una prevalenza di reintegri mentre quelli economici a una prevalenza di indennizzi, peraltro con valori medi intorno alle 8/10 mensilità».

Lasciare il reintegro per i licenziamenti disciplinari, quindi, limiterebbe di parecchio la portata della riforma targata Renzi:

Per questo il giuslavorista Michele Tiraboschi dice che le «soluzioni a metà strada sono solo dannose e fonte di ulteriore contenzioso. O l’articolo 18 viene eliminato per tutti e in modo chiaro oppure meglio lasciare le cose così come stanno». Il punto è che chi viene licenziato per motivi economici potrebbe sempre tentare la strada del reintegro dimostrando davanti al giudice che si è trattato di un provvedimento se non discriminatorio almeno disciplinare.E anche l’emendamento alquale lavora il governo, che dovrebbespecificare meglioquando un licenziamento disciplinareè giustificato

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