Come stanno i bambini sopravvissuti all’incidente dell’asilo a L’Aquila

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-19

Il racconto dei testimoni e dei soccorritori che si sono trovati di fronte a una scena mai vista prima

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I racconti e le testimonianza ancora non hanno portato a una verità su quanto accaduto mercoledì pomeriggio, poco prima delle 15, a L’Aquila con quell’incidente provocato da una automobile piombata su un asilo. Gli unici elementi certi, purtroppo, sono quelli sui feriti e sulla vittima. Perché quella vettura che ha percorso – senza che nessuno fosse alla guida – quella discesa prima di travolgere il cancello della Scuola dell’Infanzia “Primo Maggio” nella frazione di Pile, ha travolto tutto ciò che ha trovato sulla propria strada, finendo la sua corsa nel cortile dopo aver investito sei bambini. Uno di loro, un piccolo di 4 anni, è morto mentre i soccorritori lo stavano trasportando in ospedale.

L’Aquila incidente asilo, come stanno i bambini feriti

Una tragedia dai contorni ancora incerti. Oltre alla piccola vittima, infatti, la corsa di quella Volkswagen Passat ha travolto anche altri cinque bambini di età tra i 3 e i 5 anni. Tutti si trovavano in cortile per giocare, prima che quell’automobile si abbattesse su di loro. Due bambine sono state trasferite all’Ospedale Gemelli di Roma: una non in gravi condizioni e con una respirazione autonoma, l’altra con una frattura osso-temporale ed ematoma sottodurale. Per quest’ultima la prognosi è ancora riservata, così come per un terzo bimbo che è stato trasportato al Bambin Gesù della capitale con traumi multipli. Oltre allo choc, gli altri due bambini colpiti dall’automobile sembrano non essere in gravi condizioni e rimarranno ricoverati all’ospedale San Salvatore de L’Aquila.

La dinamica

Nella speranza che il bilancio di questa tragedia non aumenti, ora gli inquirenti dovranno chiarire cosa è successo a L’Aquila. La donna proprietaria del veicolo è stata già iscritta nel registro degli indagati (come atto dovuto, in attesa delle valutazioni) con l’accusa di omicidio stradale. Perché proprio lei aveva parcheggiato in discesa quell’automobile per andare a prendere il figlio minore proprio in quella Scuola dell’Infanzia. Secondo le ricostruzioni, come spiegato da Il Messaggero, la donna era scesa dall’auto lasciando a bordo il secondo figlio (di otto anni).

Ed è questo uno degli elementi che potrebbe aiutare a capire cosa è successo. Secondo alcuni testimoni, infatti, mentre l’auto percorreva e guadagnava velocità in discesa, il figlio maggiore della donna si trovava sul sedile del guidatore e avrebbe anche provato a girare il volante. Questa ipotesi – che ancora deve essere confermata – fa parte di quelle al vaglio degli inquirenti. Al momento, infatti, si stanno valutando tre possibilità: un freno a mano mai inserito sulla Passat, il bambino che per gioco è riuscito a disattivarlo o (ma al momento sembra essere la meno probabile) un problema al freno di stazionamento.

“Sembravano bambolotti accartocciati”

E sul caso de L’Aquila incidente asilo è arrivato anche il racconto di un Vigile del Fuoco, uno dei primi a intervenire sul posto dopo che l’auto si è abbattuta sulla scuola. Intervistato da Il Messaggero, Gabriele Miconi ha raccontato la terribile scena che si era palesata davanti ai suoi occhi:

“Non ho mai visto niente di simile nel corso della mia carriera, sembravano dei bambolotti accartocciati sotto la macchina”.

E le operazioni di salvataggio non sono state semplici, perché un piccolo errore nella procedura di sollevamento e spostamento dell’automobile avrebbe potuto provocare ferite ancor peggiori e letali sugli altri bambini colpiti. Perché i piccoli erano distribuiti su tutta la superficie della vettura.

(foto: da Tg3)

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