L’antifascista che ruba il tricolore a Casapound perdonato dal giudice

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-03

Sconto di pena per un attivista antifascista: «È stato ispirato dalla Costituzione»

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Il Secolo XIX racconta oggi in un articolo a firma di Marco Grasso la condanna con maxisconto per un attivista antifascista che si era arrampicato sulla saracinesca, aveva divelto la telecamera di videosorveglianza, per poi raggiungere il vero obiettivo: staccare il tricolore dall’insegna della sede di CasaPound.

Imputato per danneggiamento aggravato, un attivista antifascista genovese di 26 anni ha ricevuto una condanna con maxi-sconto perché il giudice gli ha riconosciuto l’attenuante di aver agito «spinto da più alti sentimenti e ideali, senz’altro riconducibili ai valori riconosciuti dall’ordinamento costituzionale». Nel corso del processo l’avvocato del giovane, Pietro Serrachieri, si è avvalso della consulenza dello scrittore Christian Raimo. Secondo Raimo, la vicenda «va inserita nel suo contesto storico e sociale». E a suo parere esporre la bandiera italiana davanti alla sede di un partito di estrema destra «è un vilipendio». Raimo ha inoltre dichiarato qualche giorno fa che rimuovere quella bandiera è stato un atto di alto valore morale e costituzionale e un gesto coraggioso.

I fatti risalgono al primo gennaio del 2018. CasaPound ha aperto la prima sede genovese da qualche mese ed è oggetto costante di proteste da parte di attivisti antifascisti. Il blitz viene messo a segno nella notte. Le immagini delle telecamere mostrano Federico Biddau, 26 anni, accompagnato da un amico, parcheggiare davanti alla sede di CasaPound, in via Montevideo, alla Foce. A questo punto Biddau scende, danneggia la videocamera e stacca il tricolore. Per questi fatti il pm aveva chiesto una condanna a 9 mesi, ridotta dal giudice Alberto Barilati a 1 mese e 23 giorni, pena ridotta appunto per le attenuanti.

federico biddau casapound

«Ci sono movimenti dichiaratamente fascisti che hanno spazio politico in una repubblica antifascista – è un’altra delle argomentazioni di Raimo nel la sua veste di consulente – e c’è un tentativo da parte delle destre sovraniste di riscrivere l’immaginario italiano di un senso fascionazionalista».

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