L’AGCOM e il danno erariale della RAI diventata Telesalvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-22

Mentre prosegue la situazione di stallo sulle nomine e l’amministratore delegato Fabrizio Salini ha ricevuto un ultimatum dall’azionista, ovvero il ministro del Tesoro, l’Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni ha spiegato che il comportamento di viale Mazzini potrebbe configurare un danno erariale, che va in capo a chi ha preso le decisioni

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La RAI potrebbe rispondere di danno erariale per essere diventata Telesalvini. Mentre prosegue la situazione di stallo sulle nomine e l’amministratore delegato Fabrizio Salini ha ricevuto un ultimatum dall’azionista, ovvero il ministro del Tesoro, l’Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni ha spiegato che il comportamento di viale Mazzini potrebbe configurare un danno erariale, che va in capo a chi ha preso le decisioni:

Sono stati i ministri 5S a pregare Gualtieri di ricevere Salini, dopo avergli garantito che l’accordo sulle nomine nei Tg si chiuderà a breve, tenendo in debito conto le richieste del Pd. Il salvacondotto che l’ad cercava per non perdere la poltrona. Ma il titolare dell’Economia è stato chiaro: nuovi rinvii non saranno tollerati, o entro il cda del 5 marzo (già fissato) si dà il via al valzer dei direttori, oppure tutti a casa. Lo squilibrio c’è e va corretto, ha intimato Gualtieri.

Esattamente quanto denunciato dall’Autorità Garante delle Comunicazioni nella delibera di 36 pagine con cui ha motivato, facendo numerosi esempi, la sanzione monstre comminata alla Rai. Che oltretutto prefigura «un danno erariale». Sotto accusa il modo distorto di fare informazione, in particolare al Tg2. Mediante il «ricorso a editoriali, interviste, servizi nei quali si riporta univocamente il giudizio di una sola parte politica, omettendo informazioni di contesto, anche in relazione al dibattito pubblico sui temi trattati».

rai telesalvini flop
I numeri degli ascolti dei Tg RAI (La Repubblica, 11 gennaio 2020)

 

Non solo. «Dall’analisi congiunta dei dati relativi ai notiziari e ai programmi di approfondimento emerge un trend comune, costante e sistematico di significativa sotto-rappresentazione della principale forza parlamentare», ovvero il M5S. A cui si aggiunge «la sostanziale esclusione di forze minori le quali non trovano pressoché tribuna e ospitalità presso la programmazione Rai, specie in fasce orarie di maggior ascolto».

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