L’affondo di Montanari alla “falsificazione” delle foibe. E la destra lo attacca

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-26

Su Il Fatto Quotidiano lo storico aveva scritto che la celebrazione serviva solo a bilanciare per il centrodestra la Shoah. Dopo la pioggia di critiche arriva la sua risposta, e quella dell’Università

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Giorni di polemica attorno a Tommaso Montanari, futuro Rettore dell’Università per stranieri di Siena, autore negli scorsi giorni di un fondo su Il Fatto Quotidiano in cui parlava delle foibe. “Non si può nascondere che alcune battaglie revisioniste siano state vinte, grazie alla debolezza politica e culturale dei vertici della Repubblica – scrive il professore -. La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica”. Una frase che non è passato in secondo piano e che ha polarizzato il dibattito, tra gli utenti social del centrosinistra c’è grande vicinanza alla versione di Montanari. Lui ha subito smentito la posizione che lo vuole negazionista delle foibe, già comunque ampiamente chiarita nel suo pezzo in cui è citata la lettere di Angelo D’Orsi rivolta a Mattarella.

Per Montanari le foibe sono falsificazione storica, gli insulti del centrodestra sui social. Le reazioni

Tra i partiti di centrodestra e quelli che si collocano al centro, Italia Viva ed Azione, la reazione è stat furente.

Prima la Lega di Matteo Salvini e poi Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni: i due partiti nazionalisti che hanno lottato per ottenere questa celebrazione sono insorti, richiamando subito all’ordine il Rettore e chiedendone le dimissioni. Sebbene non abbia ancora preso servizio.

Non solo però il centrodestra contro le parole del futuro numero uno dell’università per stranieri di Siena, anche Gennaro Migliore di Italia Viva e Carlo Calenda leader fondatore di Azione hanno detto una parola dura.

Con il candidato al Campidoglio poi c’è una faida aperta da tempo, terreno di scontro è stato il mega museo che Calenda vorrebbe aprire a Roma su cui Montanari ha già gettato una croce.

I molti contrari alle parole dello storico ne hanno chiesto le dimissiono da Rettore, perchè a loro dire incapace di gestire un Ateneo. Ecco allora che a rispondere è il rettore in carica, colui il quale lascerà spazio al giornalista de Il Fatto Quotidiano.

“Il collega, talvolta definito Rettore di Unistrasi, è ad oggi il Rettore eletto, e che entrerà in carica, al cessare del mio mandato, dopo l’8 ottobre – scrive Pietro Cataldi, Magnifico Rettore in carica – In relazione alle ripetute richieste di dimissioni del prof. Montanari in seguito a questa o quella sua presa di posizione, invito in ogni caso a non fare confusione tra ciò che un rettore compie nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali e ciò che scrive o dichiara come libero cittadino e in particolare come intellettuale e come studioso: solo nel primo caso l’esercizio del ruolo di vertice coinvolge, anche giuridicamente, l’Ateneo che il rettore rappresenta. Sono costretto a ricordare anche che i casi nei quali un rettore è costretto a dimettersi sono peraltro regolati da una legislazione severa e sono altamente formalizzati”.

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