L'addio del governo al Fiscal Compact (all'insaputa di Padoan)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-01

Celebrato da Federico Fubini su Repubblica oggi, ma c’è qualcosa che non torna

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C’è qualcosa che non torna nell’addio del governo al Fiscal Compact celebrato oggi da Federico Fubini su Repubblica. Il quotidiano afferma che Roma ha deciso di non rispettare l’accordo approvato con un trattato internazionale il 2 marzo 2012 da 25 dei 27 stati membri dell’Unione europea ed entrato in vigore il 1º gennaio 2013. Il fiscal compact prevede, secondo i parametri di Maastricht, l’inserimento nell’ordinamento statale di clausole o vincoli come l’obbligo del pareggio di bilancio, l’obbligo di non superamento della soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5% del pil e la riduzione significativa del rapporto tra debito pubblico e Pil a un ventesimo della parte eccedente il 60% del Pil. Repubblica celebra l’addio di Renzi al fiscal compact:

matteo renzi fiscal compact
L’articolo di Federico Fubini su Repubblica che celebra l’addio del governo al Fiscal Compact

Spiega Fubini:
 

Si capirà dalle prossime settimane se questa scelta, compiuta senza concordarla con Bruxelles,alzerà o no la temperatura in Europa. Se il governo e gli elettori in Germania si sentiranno ancora una volta traditi da un socio meridionale inaffidabile. Se l’Italia, come già la Francia, sia avviata a una procedura di Bruxelles che alzerebbe il termometro della pressione sul governo. Di certo nei suoiprimi mesi a Palazzo Chigi Matteo Renzi ha sottovalutato la fragilità del Paese. Possibile anche che non abbia riflettuto fino in fondo sul fatto che il bonus degli 80 euro ai ceti medio-bassi costa sì caro, ma potrebbe non funzionare per la ripresa:è una redistribuzione di risorse entro lo stesso insieme, a volte neppure troppo ben mirata;non è il modo per aiutare l’economia a crearne di nuove.

Infografica: cos'è il fiscal compact (Ansa-Centimetri)
Infografica: cos’è il fiscal compact (Ansa-Centimetri)

Secondo il quotidiano la prima mossa del governo è propedeutica alla riforma del mercato del lavoro “alla tedesca”:

La storia però non finisce qua,perché il governo non ha affatto l’aria di essere al capolinea e l’Europa non si esaurisce nell’osservanza del Fiscal Compact di rito ortodosso.Né è solo questione di invocare attenuanti in una recessione che sembra non voler passare.Stare in Europa significa sì controllarei conti e in fondo, prima dipagare gli interessi sul debito, quelli italiani presentano (con la Germania) l’attivo più alto dell’area da anni. Ma partecipare all’eurosenza diventare una minaccia per se stessi e gli altri implica anche darsi un sistema in grado di funzionare, produrre e competere nella moneta unica.

Solo che c’è un problema in tutto ciò: qualcuno dovrebbe avvertire Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia del governo Renzi che ripudia il fiscal compact, visto che lui ieri alla Camera ha detto tutt’altro:
fiscal compact padoan

“Tutto ciò ha bisogno di governance. E l’Europa, dall’inizio della crisi del 2008, ha fatto grandi passi avanti in termini di governance. Passi in avanti che hanno portato anche al Fiscal compact e all’unione bancaria”. (pensate che qui abbia raggiunto il massimo ? Vi sbagliate, perché conclude così): “in Europa c’è uno strumento atto a favorire la crescita: si chiama patto di stabilità e crescita. Oggi il quadro macro è caratterizzato da stagnazione e probabilmente il Fiscal Compact è stato concepito nel momento in cui il quadro era diverso e più favorevole. Resta tuttavia uno strumento essenziale per l’Europa.”

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