Economia

La storia di TIM che obbliga gli utenti a sottoscrivere TIM Prime Go

Giovanni Drogo 07/06/2016

Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra contro la TIM per la scelta di imporre un nuovo costo aggiuntivo ad alcuni piani tariffari, come recedere da Tim Prime Go e mantenere le altre offerte attive sulla propria linea telefonica

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Qualche tempo fa diversi clienti TIM hanno scoperto che il loro gestore aveva intenzione di cambiare il piano telefonico inserendo un’opzione a pagamento denominata TIM Prime Go. Un piano dal costo forfettario di 49 centesimi a settimana che però viene attivato automaticamente senza l’esplicito consenso del cliente e che non è di facile disattivazione. Per recedere dall’offerta imposta dalla TIM infatti è necessario cambiare il piano tariffario di base, scegliendone uno tra quelli non fanno parte dell’offerta tariffaria Prime Go, chiamando gratuitamente il 409162 e seguendo le istruzioni della voce guida, oppure, andando su www.tim.it/primego.
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Come recedere dall’offerta TIM Prime Go

A far infuriare gli utenti e soprattutto ADUC e Altroconsumo è il fatto che la TIM ci stia “riprovando”. Qualche mese fa infatti l’operatore di telefonia mobile era stato bacchettato dall’Agcom per aver introdotto un’offerta molto simile a quella contestata: TIM Prime, un servizio opzionale (dal costo fisso di 49 centesimi settimanali) attivato ai clienti ricaricabili senza il loro esplicito consenso. Anche per quanto riguarda questa nuova opzione, denunciano le associazioni dei consumatori, ci sono dei dettagli poco chiari; nel messaggio che TIM ha inviato ai suoi clienti è scritto che

A partire dal 15 Giugno 2016 alcuni piani tariffari ricaricabili vengono modificati, entrano a far parte dei piani TIM PRIME Go e avranno un costo di 49 cent/€ a settimana. A partire dalla ricezione del SMS, è possibile richiedere i seguenti vantaggi esclusivi TIM PRIME Go

Secondo le associazioni dei consumatori però anche questa nuova opzione tariffaria non è perfettamente legale perché il consumatore è indotto a pensare che a cambiare sia anche il piano tariffario base, mentre in realtà TIM Prime Go è un servizio aggiuntivo ad alcuni piani tariffari per i quali costituisce un costo fisso. Il piano tariffario base è invece, stando a quello che scrive la TIM:

la tariffa di riferimento della tua TIM Card ricaricabile, si applica se non ci sono altre offerte eventualmente attive sulla linea (es. TIM Special, Young, etc.) o quando si esaurisce la quantità di minuti, SMS o giga prevista dalle tue offerte

In base a questa definizione TIM Prime Go non sarebbe una tariffa base ma un’offerta aggiuntiva. Il punto è che per i clienti che desiderano recedere dall’offerta aggiuntiva (per non avere costi aggiuntivi) l’unica soluzione è cambiare piano tariffario di base, con il rischio di dover scegliere un piano meno conveniente di quello che avevano fino a quel momento. Al di là che l’operazione della TIM sia legale o meno non c’è dubbio che dal punto di vista del marketing e della comunicazione con il cliente sia stata un’operazione davvero poco chiara. Lo dimostrano le decine di messaggi giunti sulla pagina Facebook di TIM.
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Dalle risposte della pagina apprendiamo che il passaggio ad un altro piano tariffario di base senza TIM Prime Go è gratuito e non comporta la perdita delle offerte con SMS, minuti e Giga inclusi eventualmente attive sul numero di telefono.

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