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La storia del Trentino che abolisce la parola “Alto Adige”
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-10-13
Alto Adige vietato: dietro la decisione del Consiglio provinciale di Bolzano – che somiglia molto a quella del dittatore dello Stato libero del Bananas che annuncia che i ragazzi sotto i sedici anni a partire da ora hanno sedici anni – c’è una polemica politica che dura da molto tempo
Le parole ‘Alto Adige’ e “altoatesino” sono parole cancellate per legge e dal giorno successivo alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione, non dovranno più essere usate. L’unica dizione in lingua italiana da utilizzare per indicare la terra di confine più a nord d’Italia sarà ‘Provincia di Bolzano’. Resta invariato il vocabolo in lingua tedesca, Suedtirol. È quanto stato deciso dal Consiglio provinciale di Bolzano che con 24 sì (Suedtiroler Volkspartei, Suedtiroler Freiheit e Freiheitlichen), due no (quello di L’Alto Adige nel cuore-Fratelli d’Italia e Lega) e quattro astensioni (tra PD, Verdi, Team Koellensperger), ha approvato il disegno di legge n.30/19-XVI di iniziativa giuntale circa le “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Provincia autonoma di Bolzano derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”.
La storia del Trentino che abolisce la parola “Alto Adige”
Ma cosa c’è dietro questa decisione che somiglia molto a quella del dittatore dello Stato libero del Bananas che annuncia che i ragazzi sotto i sedici anni a partire da ora hanno sedici anni? Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher nel suo intervento ha detto, “credo che il Governo italiano non si permetterà di impugnare questa legge, l’impugnazione sarebbe un grave affronto, e comunque non ci sarebbero problemi davanti alla Corte costituzionale”. Successivamente il Landshauptmann ha aggiunto, “il mio appello e’ di venirci incontro, io preferisco il termine ‘Sudtirolo’ ma nella Costituzione si parla di ‘Regione Trentino Alto Adige/Sudtirol’ e di ‘Provincia autonoma di Bolzano'”. Il consigliere Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel Cuore) ha sostenuto che questi sono “atteggiamenti anti-italiani, non antifascisti”.
C’è però un punto che va sottolineato: la locuzione non è stata eliminata.”Il provvedimento – spiega il governatore Kompatscher all’ANSA – riguardava semplicemente un comma della legge omnibus, nel quale la denominazione Alto Adige è stata sostituita con quella di Provincia di Bolzano“. Il dibattito – prosegue Kompatscher – riguarda il fatto che la dizione tedesca Suedtirol non è stata modificata. Giustamente, va detto, è stato evidenziato che di conseguenza anche in tedesco andrebbe scritto Provinz Bozen. Così però non è stato fatto”. Il presidente della Provincia autonoma ribadisce che “per il futuro si deve procedere unitamente. La questione della toponomastica comunque può essere trattata in dialogo e comune accordo, tenendo conto delle sensibilità di tutti i gruppi linguistici presenti sul nostro territorio”, conclude Kompatscher.
Perché il Trentino abolisce l’Alto Adige
C’è da dire che l’articolo 116 della Costituzione della Repubblica Italiana, a partire dalla riforma costituzionale del 2001 riporta la dicitura Alto Adige/Südtirol recitando: «La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è costituita dalle Province autonome di Trento e di Bolzano». Ma la problematica della toponomastica tradisce un problema, o meglio un punto politico: la dizione Südtirol ha un carattere irredentista e “austriacante”, ovvero rimarca la vicinanza a Vienna e la lontananza da Roma. Il deputato di Fratelli d’Italia Luca De Carlo spiega: “La decisione di cancellare il termine Alto Adige mantenendo il termine tedesco Suedtirol non è un semplice intervento sul piano linguistico ma è un grave e chiaro messaggio politico che nessuno, ad eccezione di Fratelli d’Italia, ha avuto il coraggio di contestare nell’aula del consiglio provinciale di Bolzano”. In più bisogna ricordare che la parola Alto Adige è dizione imputata di ‘fascismo’ dai secessionisti di Süd-Tiroler Freiheit.
Ecco quindi che la questione non è toponomastica ma politica. Tanto che il governo potrebbe impugnare la legge e portare la provincia davanti alla Corte Costituzionale. Diego Nicolini, consigliere provinciale a Bolzano e portavoce in Alto Adige del Movimento 5 Stelle, ha spiegato all’AGI che la questione serve a parlare d’altro: “In Consiglio provinciale a Bolzano il tema prevalente è quello etnico e quindi si svia l’attenzione da altri argomenti. Trattare questioni etniche è come parlare di migranti, ci sono altri problemi”. “Kompatscher ci teneva tantissimo a questa legge, in particolare all’articolo 4 che riguarda gli ordini e collegi professionali. Kompatscher, e questo l’ho sentito con le mie orecchie, ha detto che personalmente la parola ‘Alto Adige’ non gli piace tanto. È un problema suo, non della collettività. Quando il Governo impugna una legge dell’Alto Adige non lo fa per partito preso ma perché è in conflitto con la Costituzione o con leggi statali”.
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